Riassunto analitico
Il presente lavoro ha come obiettivo quello di presentare il digital storytelling come evoluzione dello storytelling e successivamente come vero e proprio strumento didattico. La narrazione digitale dovrebbe essere maggiormente considerata come una naturale e fisiologica pratica didattico-educativa nella scuola di ogni grado. Nel primo capitolo affronto in maniera ampia il tema del narrare come elemento costitutivo dell’essere umano. I libri non sono semplicemente oggetti da leggere o da sfogliare, sono compagni di giochi estremamente importanti per i bambini, per il loro sviluppo. La narrazione permette di creare legami affettivi, intimi, intensi. Essa stimola la capacità di esprimersi, la capacità immaginativa e il pensiero critico. Ascoltare un libro letto ad alta voce invita anche alla lettura individuale. Nella scuola è necessario creare uno spazio dove i bambini possano trovare i libri e utilizzarli, imparando a sfogliarli, a guardare le immagini e anche a inventare storie partendo dalle immagini. Nel secondo capitolo ho sviscerato il rapporto tra il digitale e i bambini in età prescolare e scolare. Metto a confronto i nativi digitali con gli immigrati digitali e come la tecnologia abbia modificato anche il modo di pensare e di conoscere la realtà. Queste considerazioni partono dalla lettura e dall' approfondimento delle teorie di Prensky. Nello stesso capitolo introduco e definisco la Media Education e sottolineo l’importanza della alfabetizzazione ai media, soprattutto per chi lavora nel campo educativo, riflettendo sugli aspetti positivi e negativi che i media possono avere sull'educazione e sull’apprendimento. Nel terzo capitolo analizzo il digital storytelling come strumento educativo in ambito scolastico. Presento alcune linee guida necessarie per comprendere cosa sia il digital storytelling, quali siano le sue caratteristiche e quali competenze e abilità può sviluppare. Partendo dall’assunto che il digital storytelling è il naturale sviluppo dello storytelling, esso si può definire come l’atto del narrare che entra in sinergia con gli strumenti tecnologici. Il digital storytelling come strumento didattico è stato considerato valido e efficace dalla legge della Buona Scuola per poter potenziare le competenze digitali, viste oggi come una delle otto competenze base da dover promuovere in campo educativo e scolastico. Nel quarto capitolo presento il progetto di formazione e realizzazione di un digital storytelling utilizzato dalla sottoscritta e dalle mie colleghe all’interno della scuola Madonna Pellegrina a Modena, una scuola paritaria dove sono presenti il nido d’infanzia, scuola materna e scuola primaria. Per prima cosa abbiamo riflettuto sulla pratica educativa sviluppata attraverso la narrazione, i laboratori riflessivi e le attività grafico pittoriche. Successivamente si è passati per una formazione in plenaria nella quale abbiamo approfondito cosa fosse il DST, le sue funzioni, le caratteristiche e gli aspetti fondamentali. Tutto ciò ha stimolato in tutte noi una conoscenza utile per poter creare un DST, che raccontasse come le educatrici e gli educatori vivono il loro essere professionisti riflessivi. Nel quinto capitolo vengono riportati i diversi passaggi che hanno visto la partecipazione attiva dei bambini delle sezioni/classi nella creazione di un digital storytelling. Le maestre e le educatrici sono state guide e sostegno per i bambini e le bambine. Si sono utilizzati diversi linguaggi e strumenti per stimolare la creatività e arrivare alla realizzazione della loro storia digitale. L’obiettivo finale del progetto è riuscire a dare ai bambini delle diverse età la conoscenza e le competenze digitali per poterli aiutare nella realizzazione vera e propria di un loro personale DST, attraverso attività e laboratori. Nel sesto capitolo ho analizzato il tema della documentazione, soffermandomi su quella multimediale e quella utilizzata da me nel progetto realizzato.
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