Riassunto analitico
Con questa analisi si vuole proporre uno studio di tematiche, personaggi e topoi della letteratura gotica nell’ottica del retelling contemporaneo, attraverso la comparazione di celebri modelli ottocenteschi e le loro “rivisitazioni” moderne. I testi del XIX secolo presi in esame sono Melmoth The Wanderer di Charles Robert Maturin, pubblicato per la prima volta nel 1820 e considerato l’ultimo esempio di gotico classico e Dracula di Bram Stoker, pubblicato per la prima volta nel 1897. Questi due romanzi sono i soggetti di un’evoluzione in forma di riscrittura: Sarah Perry, scrittrice inglese nata nell’Essex nel 1979, rielabora il personaggio dell’Errante nel suo romanzo Melmoth del 2018, conosciuto in Italia come La maledizione di Melmoth, dove il mostro di Maturin diventa una donna, Melmoth “the witness”, testimone delle più crudeli atrocità della storia dell’uomo. Joseph O’Connor, scrittore irlandese nato a Dublino nel 1963, invece, rielabora la vita di Bram Stoker e gli eventi che hanno portato alla nascita del vampiro per antonomasia, nel suo romanzo Shadowplay del 2019, mettendo in luce la complessa relazione fra l’autore di Dracula ed Henry Irving, celebre attore e proprietario del Lyceum Theatre, nonché datore di lavoro di Stoker. A queste due coppie di testi, si aggiunge Piranesi – ultimo romanzo di Susannah Clarke –, pubblicato nel 2020. Autrice inglese nata a Nottingham nel 1959, Susannah Clarke – a differenza di Sarah Perry e Joseph O’Connor –, non rielabora direttamente una fonte ben precisa: il suo romanzo si configura come un testo dove convergono più influenze, ponendo particolare enfasi sulla simbologia del labirinto, inteso sia come luogo fisico, sia come condizione esistenziale di dubbio e ricerca di sé; il collegamento principale, come suggerisce il titolo, è con l’artista e incisore italiano Giovan Battista Piranesi, che nelle sue visioni – le Carceri – fonda anche le basi immaginative della letteratura gotica. Queste infatti verranno riprese, fra gli altri, da Horace Walpole, iniziatore del genere gotico con il suo The Castle of Otranto del 1764, a sugellare ancora la stretta relazione fra architettura e letteratura gotica. Nella prefazione di questo elaborato si propone un breve excursus storico sul termine “gotico”, a partire dalla sua nascita ed evoluzione dal punto di vista architettonico per poi giungere a tutti quegli elementi e temi che compongono l’immaginario del gotico letterario. Alcuni critici – fra i quali Giorgio Vasari – consideravano l’architettura gotica come confusa, disordinata e “barbara”, difforme dalla perfezione e dalla bellezza dell’architettura romanica; da questo concetto di sproporzione, si introduce la tematica del sublime, teorizzata del filosofo inglese Edmund Burke nel suo A Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful del 1757. Questa sproporzione è frutto, inoltre, di un atteggiamento trasgressivo: così come le costruzioni architettoniche gotiche, anche la letteratura gotica trasgredisce regole e limiti: basti pensare a Dracula che oltrepassa il confine fra la vita e la morte, fra oriente e occidente. Altro importante elemento tematico della letteratura gotica è l’uncanny, teorizzato da Sigmund Freud, che indica il ritorno del represso: qualcosa che riemerge dall’inconscio disturbando l’esistenza dell’uomo. Queste ed altre tematiche si evolvono nel corso della storia: obbiettivo di questa tesi è puntualizzare come vengono riproposte nell’epoca del gotico postmoderno, attraverso le opere citate poco sopra: il discorso sulla riscrittura, inoltre, sarà utile a dimostrare come – in letteratura, ma forse anche nelle arti in generale – scrivere è sempre ri-scrivere.
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