Riassunto analitico
Questa tesi nasce dall’incontro con alcuni bambini con grave disabilità all’interno del contesto scolastico e dalle domande che ne sono scaturite rispetto l’inclusione. Il tema della diversità è stato affrontato attraverso lo studio della vita e dell’opera di Dino Campana e Amelia Rosselli, due autori la cui genialità creativa ha convissuto con disturbi psichici e la cui vita è stata contrassegnata da profonda sofferenza, esperienze terribili di crisi psicotiche, ricoveri coatti, follia. Il percorso inizia con un breve excursus su alcune caratteristiche che contraddistinguono gli stati psicotici, prendendo in considerazione gli aspetti del pensiero che si possono ritrovare nei due autori menzionati. Il secondo punto preso in considerazione è il contesto letterario ed artistico in cui questi autori sono vissuti ed hanno scritto, contesto che per le tendenze linguistiche, stilistiche e tematiche che lo contraddistinguono ha permesso alla voce di questi poeti di potersi esprimere. Il primo dei due autori preso in considerazione è Dino Campana. Per comprendere il poeta si è ritenuto essenziale ripercorrere le vicende della sua vita, in quanto hanno fortemente influito sull’opera. Campana, oltre a pochi altri scritti, ha lasciato un’unica opera: Canti Orfici, che viene analizzata, contestualmente alle vicende che ne hanno contraddistinto la pubblicazione. Da questa analisi si cerca di cogliere l’ideale di poesia che anima tutta la vita del poeta e che persegue fino a quando la sua voce non è ridotta al silenzio, con l’internamento. Emerge altresì il suo sofferto rapporto con l’altro: familiari, compaesani, artisti del suo tempo, dai quali si sente rifiutato, giudicato, osteggiato. In quest’unica opera il poeta concentra ed esprime le sue inquietudini, il suo malessere, la sua continua ricerca di un luogo e di un ideale impossibili da raggiungere per porre fine al suo tormento. Anche per Amelia Rosselli le vicende della vita sono fondamentali per la comprensione dei suoi scritti e per questo motivo sono state ripercorse. Gli affetti insicuri, la perdita tragica dei genitori, la mancanza di radici culturali stabili e la malattia hanno profondamente influenzato i temi e i mezzi espressivi dell’autrice, che esterna il dolore straziante che ha contraddistinto la sua vita, cui ha messo volontariamente fine. Infine, dopo l’analisi di questi autori, si presenta una riflessione sulla sofferenza dovuta alla diversità, ma anche alla ricchezza che questa può portare che consente di ritornare alla pratica scolastica. Questo percorso di approfondimento costituisce un prezioso “bagaglio” culturale con cui affrontare il lavoro di insegnante. Anche se, forse, non avrà ricadute immediate a livello strettamente didattico, la curiosità, l’apertura, la disponibilità ad accogliere empaticamente ogni tipo di diversità e a riconoscerne il valore fanno parte di un atteggiamento indispensabile ad ogni docente per attuare una didattica veramente inclusiva.
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