Riassunto analitico
Il termine aneurisma deriva dal greco antico ἀνεύρυσμα: dilatazione. Un aneurisma può interessare tutti i vasi, principalmente le arterie e più raramente le vene. Tra le sedi più frequentemente colpite si registra l’aorta addominale. Il normale diametro dell’aorta addominale in soggetti con età maggiore di 50 anni è compreso tra: • 2.1-2.4 cm nel sesso maschile • 1.7-2.0 cm nel sesso femminile Quando il calibro risulti maggiore o uguale a 3 cm si parla di aneurisma. Trattandosi tuttavia di una dilatazione che interviene su un calibro molto variabile, il valore assoluto potrebbe risultare inadeguato ed è stato pertanto suggerito di considerare aneurisma un calibro superiore a 1.5 volte rispetto al calibro riscontrato cranialmente e caudalmente alla dilatazione. Oltre che nel suo diametro, un aneurisma viene anche valutato nella sua estensione longitudinale potendo questa essere limitata a un breve tratto o estesa all’intera aorta ma il calibro rappresenta il parametro più importante ai fini prognostici.
Non vi è ancora univocità su quale sia il trattamento preferibile in pazienti portatori di AAA che possano essere sottoposti sia a chirurgia aperta che endoluminale in elezione. Da un recente studio sembra che le complicanze in acuto, come la mortalità postoperatoria, sia maggiore nella chirurgia tradizionale rispetto all’EVAR ma tale beneficio tende a esaurirsi nel lungo periodo con risultati in termini di sopravvivenza che risultano sovrapponibili nei due gruppi. Inoltre, le complicanze a lungo termine (dopo 8 anni) risultano molto più frequenti nei soggetti trattati con EVAR con un maggior tasso di reintervento rispetto alla chirurgia open. L’indicazione dovrebbe pertanto tenere presente dell’aspettativa di vita del paziente. Anche la preferenza del paziente sta acquistando un ruolo sempre crescente nei processi di decision making e nell'interazione tra medico e paziente stesso riguardo i percorsi terapeutici. Alcuni studi hanno tentato di valutare le preferenze del paziente riguardo la strategia terapeutica in presenza di aneurismi piccoli ove appare evidente la preferenza del paziente per il trattamento endovascolare in virtù dei bassi tassi di complicanze immediate della brevità della degenza e della convalescenza post-operatoria. I pazienti sembrano tuttavia coscienti del rischio a lungo termine di fallimento della procedura e la necessità di un follow-up clinico strumentale intenso e duraturo; ciò potrebbe portare in futuro ad un parziale cambiamento in questo orientamento.
Si tratta di uno studio retrospettivo-osservazionale monocentrico, che si prefigge di analizzare i dati del gruppo di pazienti trattati presso la struttura complessa operativa di chirurgia vascolare dell’Ospedale Civile Sant’Agostino Estense di Baggiovara (MO) in regime di elezione con tecnica Chirurgica tradizionale Open e con diagnosi di ammissione di aneurisma dell’aorta addominale.
L’endpoint primario dello studio è stato quello di osservare la comparsa o meno post-intervento chirurgico di pseudoaneurismi del colletto prossimale o distale a lungo termine. Altri endpoint analizzati sono stati l’analisi degli eventi avversi verificatesi nel post-operatorio (sia “aortic-related” che non), il tasso generale di reinterventi, la comorbidità del paziente per valutare come queste incidessero sul follow up a lungo termine dall’intervento, Il Survival, Survival Reintervention, Complicanze Survival e l’osservazione di eventuale correlazione tra presenza di AAA e aneurismi poplitei o toracici.
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