Riassunto analitico
Con il termine “off-label” si fa riferimento all’impiego intenzionale nella pratica clinica di farmaci già registrati ma usati in maniera non conforme a quanto previsto dal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) autorizzato: usi in specifiche popolazioni di pazienti (es. popolazione pediatrica), usi per indicazione, dosaggio, frequenza di somministrazione, durata o via di somministrazione diversi rispetto a quelli autorizzati. Il fenomeno dell’uso off-label non è circoscritto a particolari situazioni cliniche, né a singoli Stati: si tratta di un fenomeno internazionale che comprende sia farmaci somministrati in ambiente ospedaliero sia farmaci somministrati in ambito territoriale e pertanto è difficilmente misurabile sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Tra le aree terapeutiche in cui la prescrizione off-label è senza dubbio più frequente spicca la pediatria in quanto la mancanza di studi clinici pediatrici alimenta il fenomeno del ricorso agli utilizzi off-label in misura superiore che nell’adulto. Inoltre, i costi elevati, un mercato ridotto e molto frammentato, l’obbligo di requisiti etici relativi ai trials sono tutti fattori che condizionano il numero di farmaci in commercio destinati all’uso pediatrico. In Italia le principali normative che regolamentano l’uso off-label dei farmaci sono: Legge n. 648/1996, Legge n. 94/1998, DM 07.09.2017 e le due Leggi Finanziarie, la prima del 2007 e la seconda dell’anno successivo. Alla luce della attuale normativa, un farmaco può essere utilizzato off-label solo per un singolo paziente, in mancanza di valida alternativa terapeutica, con documentazione scientifica a supporto, assunzione di responsabilità del medico prescrittore e consenso informato del paziente. Nel 2007 è entrato in vigore in tutti i paesi dell’UE il Regolamento Europeo relativo ai medicinali ad uso pediatrico. L’obiettivo è agevolare lo sviluppo e l’accessibilità di farmaci appositamente studiati per i bambini da 0 a 18 anni di età. Parallelamente negli Stati Uniti la FDA ha emanato il BPCA e il PREA per garantire che tutti i farmaci che vengono somministrati ai bambini siano caratterizzati da evidenze di efficacia e sicurezza. Malgrado tutti gli sforzi attuati dalla normativa europea e nazionale, in commercio sono ancora molto pochi i medicinali che possono essere utilizzati in ambito pediatrico. Adulto e bambino sono diversi per molti aspetti e di conseguenza nella somministrazione dei farmaci vengono utilizzati dosaggi differenti e spesso anche farmaci diversi. Le differenze farmacocinetiche e farmacodinamiche tra adulti e bambini richiedono che i farmaci siano testati direttamente nei bambini di diversa età al fine di dimostrarne la sicurezza e l’efficacia. Il numero degli studi pubblicati sull’argomento sta aumentando progressivamente nell’ultimo decennio a dimostrazione del fatto che si tratta di una pratica prescrittiva frequente. Nel contesto pediatrico la prescrizione off-label di farmaci può finire per rappresentare, molto spesso, l’unica possibilità di intervento da parte dei medici. Tuttavia, permangono numerose preoccupazioni relativamente all’efficacia e alla sicurezza di questi farmaci dovute all’insorgenza di reazioni avverse (ADR). L’obiettivo di questa tesi è di prendere in esame i diversi aspetti che riguardano la gestione delle terapie farmacologiche off-label in ambito pediatrico, dalla normativa alle modalità prescrittive, cercando di delinearne le caratteristiche in termini di efficacia e sicurezza fino a giungere alla descrizione di una esperienza concreta ovvero all’utilizzo delle cure palliative nel paziente pediatrico.
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