Riassunto analitico
INTRODUZIONE: Le Early Onset Sepsis (EOS) sono infezioni invasive batteriche che esordiscono nelle prime 72 ore di vita. Esse rappresentano un’importante causa di mortalità e morbidità neonatale. I sintomi iniziali sono spesso subdoli, ma il decorso clinico può essere fulminante, mentre i comuni test diagnostici sono poco sensibili o predittivi. Lo screening universale prenatale per lo Streptococco di Gruppo B (SGB) e l’utilizzo esteso della Profilassi Antibiotica Intrapartum (PAI) nelle donne a rischio, ha condotto al loro progressivo declino. Tuttavia, gli algoritmi per il management neonatale suggeriti fino a pochi anni fa comportavano frequenti esami e terapie antibiotiche non necessarie nei neonati asintomatici a rischio di EOS, eccessivi ricoveri in Terapia Intensiva e frequente ritardo nell’allattamento al seno. L’uso di antibiotici non necessari comporta conseguenze negative per il neonato, quali alterazione del microbioma intestinale e rischio di wheezing, asma e sensibilizzazione allergica a distanza. Le raccomandazioni di organismi internazionali sono state riviste, per poter minimizzare le valutazioni diagnostiche e l’uso di antibiotici nei neonati a basso rischio di EOS. Quando sintomatici, i neonati devono essere sottoposti ad una valutazione comprendente una serie di esami diagnostici e laboratoristici; viene inoltre somministrata una terapia antibiotica empirica, fino ad esclusione dell’infezione. Nei neonati asintomatici a rischio di EOS, l’American Academy of Pediatrics negli USA suggerisce di scegliere tra 3 diverse strategie; la terza di queste strategie, raccomandata in Emilia-Romagna, si basa sull’osservazione clinica attenta e ripetuta nelle prime 48 ore di vita del neonato a rischio di EOS. L’algoritmo è stato recentemente perfezionato, includendo i neonati asintomatici nati da madre con corioamnionite (CA). Abbiamo valutato l’impatto dell’approccio dell’Emilia-Romagna in termini di minimizzazione delle valutazioni diagnostiche e dell’uso di terapie antibiotiche empiriche. MATERIALI E METODI: Si tratta di uno studio osservazionale, monocentrico, non interventistico, condotto su bambini nati presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena, centro di cura di terzo livello. Lo studio prevede la raccolta di dati anamnestici, clinici, laboratoristici e di terapia di neonati con età gestazionale ≥ 34 settimane. Sono stati identificati i neonati che hanno avuto sintomi di sepsi, i neonati che sono stati sottoposti ad Osservazione Medico-Infermieristica (OMI) e quelli che hanno effettuato esami o terapie antibiotiche empiriche. Lo studio è stato condotto sulla coorte di nati tra il 1° Aprile e il 30 Settembre 2019. RISULTATI: Sono stati analizzati 1357 neonati, 1292 (95.2%) a termine e 65 (4.8%) pretermine. Tra tutte le donne, 1295 (95.4%) avevano eseguito uno screening materno prenatale; 281 neonati (21.7%) erano nati da madre positiva per SGB.Tra 1357 neonati, 97 (7.1%) hanno avuto uno o più sintomi di sospetta sepsi, 48 (3.5%) hanno effettuato una valutazione diagnostica e 29 (2.1%) hanno ricevuto una terapia antibiotica empirica; 138 (10.2%) di 1357 sono stati sottoposti ad OMI (16 erano pretermine e 122 erano a termine). Tra i 122 neonati a termine che hanno effettuato OMI, 11 hanno avuto sintomi di sospetta sepsi, ma solo 5 hanno effettuato una valutazione diagnostica e 3 hanno ricevuto antibiotici empirici. Tra i 16 neonati pretermine che hanno effettuato OMI, 5 hanno avuto sintomi di sospetta sepsi, ma solo 4 hanno effettuato una valutazione diagnostica e 1 ha ricevuto antibiotici. CONCLUSIONI: L’approccio basato sull’osservazione clinica serrata dei neonati asintomatici a rischio di sepsi precoce è associato ad un numero ridotto di valutazioni diagnostiche e di antibiotici empirici. Durante il nostro studio non si è verificato nessun caso di sepsi precoce.
|