Riassunto analitico
INTRODUZIONE: I tumori cerebrali possono svilupparsi in varie zone del sistema nervoso centrale ma, specialmente quando interessano delle aree eloquenti dell’emisfero dominante, possono essere l’origine di svariati deficit neurologici. In particolare, nei casi in cui la lesione è localizzata nelle zone funzionali del linguaggio, il paziente può presentare vari tipi di afasia. L’obiettivo è quindi quello di una resezione il più radicale possibile riducendo al minimo i deficit linguistici postoperatori, per questo motivo la resezione chirurgica di queste lesioni viene spesso effettuata su pazienti svegli. Nonostante lo sviluppo delle tecniche di neuroimaging, nessuna è in grado di fornire la stessa precisione nell’individuare le zone funzionalmente attive come il mappaggio corticale e sottocorticale intraoperatorio a paziente sveglio. Lo scopo della nostra ricercar è quello di valutare l’efficacia dell’awake craniotomy e di individuare possibili correlazioni tra la comparsa di deficit del linguaggio postoperatori e il coinvolgimento di specifiche aree corticali o fascicoli sottocorticali.
MATERIALI E METODI: Lo studio si propone di analizzare retrospettivamente i dati di 17 pazienti sottoposti a resezione di gliomi cerebrali (5 LGG e 12 HGG) in awake craniotomy da Ottobre 2013 a Gennaio 2019. Nel dettaglio, ci si è focalizzati sulla valutazione dell’entità di resezione, del volume residuo e delle funzioni linguistiche postoperatorie. Il volume residuo è stato misurato sulla RMN postoperatoria eseguita in media a 3 mesi dall’intervento mediante il software OsiriX Dicom Viewer. La valutazione del linguaggio è stata condotta dall’équipe neuropsicologica mediante il protocollo DuLIP. RISULTATI: In 8 pazienti (47.06%) è stato possibile ottenere una resezione totale o subtotale mentre in 9 (52.94%) si è raggiunta una resezione parziale del tumore. Dei 10 pazienti che alla diagnosi si presentavano privi di deficit linguistici, 5 sono rimasti stazionari dopo l’intervento mentre gli altri 5 hanno sviluppato un deficit del linguaggio temporaneo migliorato nei successivi 7 giorni. Tra i pazienti che manifestavano già un deficit linguistico alla diagnosi, 3 sono rimasti invariati mentre 4 hanno mostrato un miglioramento dell’eloquio. Si è inoltre osservata una correlazione statisticamente significativa (p=0.04) tra il livello di scolarità e un migliore outcome postoperatorio. In aggiunta, negli 8 pazienti in cui è stato possibile valutare l'interessamento dei fascicoli sottocorticali, si è riscontrata un’associazione tra il coinvolgimento del fascicolo longitudinale superiore ed un peggioramento postoperatorio delle funzioni linguistiche.
CONCLUSIONI: L’awake craniotomy con mappaggio intraoperatorio delle aree del linguaggio si conferma una metodica efficace per preservarne la funzione durante l’asportazione di tumori cerebrali localizzati in zone eloquenti. Il livello di istruzione è probabilmente correlato ad un maggior numero di sinapsi e una migliore capacità compensatoria che spiegherebbe il motivo di un miglior outcome postoperatorio. Nonostante la casistica ristretta, l’interessamento del fascicolo longitudinale superiore è sempre stato associato alla presenza di deficit postoperatori, confermando l’importante ruolo che riveste nelle funzioni linguistiche.
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Abstract
INTRODUCTION: Brain tumors may develop in many different parts of the brain, but especially when they are located in functional areas of the dominant hemisphere, they can be the source of several neurological deficits. In particular, when the lesion is located in language functional areas different kinds of aphasia can occur, and in order to preserve good postoperative language skills and fluency, surgical removal is often performed on awake patients.
Despite the development of both structural and functional neuroimaging techniques, the gold standard for brain mapping during brain tumor resection especially in language functional areas is still represented by intraoperative cortical and subcortical mapping, together with language testing on awake patients.
With this research we wanted to investigate the efficacy of awake craniotomy procedure performed at our institution. Moreover, we wanted to identify a possible correlation among the manifestation of postoperative deficits and the involvement of specific cortical areas or subcortical white-matter tracts.
METHODS: We retrospectively analyzed data from 17 patients who underwent awake surgery for gliomas resection (5 Low Grade Glioma and 12 High Grade Gliomas) performed at our institution from October 2013 to January 2019. In particular, we focused on the evaluation of residual volume and language functions. The residual volume has been measured on postoperative MRI performed 3 months after surgery thanks to the software OsiriX Dicom Viewer. Language assessment has been performed by the neuropsychological team with the DuLIP language protocol.
RESULTS: Gross-total resection (GTR) or Sub-total resection (STR)was achieved in 8 patients (47.06%) while partial resection was obtained in 9 patients (52.94%). Among those patients that didn’t have linguistic preoperative deficits, 5 had a temporary worsening with a resolution in the following 7 days. On the other hand, among those who already presented a speech impairment at diagnosis, 3 remained stable, while 4 showed an improvement of language functions. A statistically significant correlation has been found between years of education and postoperative language outcome (p=0.04). Furthermore, when the involvement of the superior longitudinal fasciculus could be demonstrated, it has been related to a postoperative language worsening.
CONCLUSIONS: Awake craniotomy with intraoperative brain mapping is confirmed to be an efficient method in order to preserve linguistic functions. The correlation between years of education and better postoperative outcome can be explained with the presence of a more sophisticated neural network and a higher compensation capacity in highly-educated patients. In the small number of cases available, the important role of superior longitudinal fasciculus has been confirmed by our research.
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