Riassunto analitico
L’Ospedale per intensità di cura e complessità assistenziale è un modello organizzativo che pone al centro i bisogni di salute del paziente, facendo ruotare intorno a lui tutte le procedure e i percorsi assistenziali. Tale modello risponde alla necessità di differenziare l’assistenza ospedaliera dall’assistenza territoriale e delle cure primarie, al fine di concentrarla verso le acuzie, superando il modello classico di ospedale costruito su reparti specialistici che garantiscono una intensità di cura media per bisogni differenti generando aree di sovrapposizione con le cure primarie; questa sovrapposizione, insieme ad altri fattori quali l’interferenza di percorsi di urgenza con percorsi di elezione, una non adeguata relazione e collaborazione tra professionisti, una mancanza strutturale di integrazione con il territorio ed una evoluzione del bisogno epidemiologico di massa dalle grandi acuzie alle situazioni di cronicità, ha portato ad una inefficienza del sistema sanitario dal punto di vista produttivo. Il modello di ospedale per intensità di cura, invece, propone una gestione interdisciplinare del paziente applicando percorsi assistenziali differenziati in base a diversi livelli di instabilità clinica e complessità assistenziale. L’obiettivo è quello di offrire una migliore continuità assistenziale al paziente, attraverso una maggiore appropriatezza della presa in carico, una migliore gestione e integrazione dei professionisti sanitari e delle risorse, ricercando un aumento complessivo della produttività del sistema. Sulla base di questi presupposti il progetto di riorganizzazione presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia ha avuto il suo start up nel gennaio 2011 e nell’aprile 2013 ha preso avvio il riassetto organizzativo; lo scopo di questo studio è verificare i risultati conseguiti presso l’Area Medica e l’Area dell’Emergenza Urgenza, totalmente coinvolte nel progetto, tramite un confronto di indicatori di attività tra prima e dopo la riorganizzazione: in particolare l’analisi prende in considerazione il periodo di 18 mesi 8 Aprile 2013 – 7 Ottobre 2014 comparato ad analogo periodo antecedente 8 Ottobre 2011 – 7 Aprile 2013. Dall’elaborazione dei risultati ottenuti lo studio si propone di fornire dati e utili informazioni sull’impatto del cambiamento organizzativo, valutandone eventuali limiti e vantaggi. I vari dati a confronto hanno messo in evidenza un calo dei ricoveri urgenti da PS e conseguentemente una maggiore disponibilità di pl per attività programmate, un miglioramento dell’appropriatezza di ricovero da parte del Pronto Soccorso con indirizzamento del paziente nel setting clinico assistenziale più appropriato, un calo sensibile dei trasferimenti interni effettuati dalle Medicine verso altre UU.OO. e un miglioramento degli indicatori di attività delle Medicine stesse; dai risultati si evince inoltre una presa in carico più adeguata dei pazienti oncologici che accedono per problematiche acute (Medicina ad indirizzo oncologico) e una migliore separazione del percorso programmato e del percorso in urgenza, con azzeramento del ricorso al blocco dei ricoveri programmati. Questo processo di riorganizzazione, che ha sempre avuto ed ha tuttora l’obiettivo prioritario di una maggiore centralità del paziente nel percorso di cura, non può mai ritenersi concluso, ma necessita di continua “manutenzione” in termini di motivazione, di definizione, di analisi critica e di possibile soluzione delle problematiche insorgenti. La metodologia di lavoro adottata nel corso di questa esperienza è sicuramente un terreno favorevole per processi di ulteriore miglioramento, per un’offerta sanitaria tesa a contrastare i disagi e le criticità avvertite dalle persone che necessitano di prestazioni assistenziali ospedaliere.
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