Riassunto analitico
Le infezioni nosocomiali si verificano entro 48 ore dal ricovero in ospedale, 3 giorni dopo la dimissione o 30 giorni dopo un intervento chirurgico. Queste infezioni sono un’importante causa di morbilità e mortalità nel mondo, soprattutto se i microrganismi responsabili sviluppano resistenza a un buon numero di agenti antimicrobici. I batteri Gram-negativi sono responsabili di oltre il 30% delle infezioni nosocomiali e la famiglia delle Enterobacteriacee è quella più rappresentata. La nascita della multiresistenza ai farmaci antibiotici nei batteri patogeni è diventata una significativa minaccia per la salute pubblica, perché esistono pochi agenti efficaci e disponibili per le infezioni causate da questi batteri. Le infezioni da Klebsiella pneumoniae (KP) sono frequenti negli ospedali fra gli individui vulnerabili come i neonati pretermine e negli immunocompromessi, nei diabetici e in pazienti che necessitano di alta intensità di cure. Nell’ambiente sanitario KP, come altri batteri, può diffondersi facilmente tra i pazienti, portando a epidemie nosocomiali. KP acquisisce la farmacoresistenza principalmente attraverso il trasferimento orizzontale di elementi genetici mobili quali trasposoni o plasmidi, e porta un gene di resistenza (β-lattamasi) che inattiva naturalmente le penicilline ad ampio spettro. KP è anche la principale causa di infezioni causate da batteri resistenti ai carbapenemi in tutto il mondo e per molti pazienti infettati con questi batteri non esistono trattamenti clinicamente efficaci. Ancora più preoccupante è che le infezioni da ceppi resistenti ai carbapenemi devono essere trattate con i farmaci di ultima istanza, che non sempre sono efficaci e disponibili. I pazienti con queste infezioni da KP multiresistente hanno un aumentato rischio di esiti clinici peggiori e richiedono più risorse sanitarie rispetto ai pazienti infettati da ceppi sensibili. Attualmente c’è evidenza di una diffusione regionale e interregionale di Enterobacteriacee produttori di carbapenemasi (CPE), come KP, nei diversi paesi europei, con una situazione endemica in alcuni di questi, come ad esempio l'Italia. La rilevazione sempre più frequente di ceppi multiresistenti di KP ha ampliato il ricorso ad antibiotici non convenzionali come la colistina; tuttavia la pressione selettiva legata all'aumento dell'uso di colistina e l’espansione clonale attraverso la trasmissione orizzontale, hanno generato cluster di casi infetti da KP multiresistente. In particolare in Italia una rapida diffusione a livello nazionale di KP resistente a colistina è stata recentemente osservata nei ceppi di KP carbapenemasi produttori, con percentuali totali di resistenza superiori a 40%. I fattori di rischio che sembrano essere associati con la colonizzazione o l’infezione da KP e altri CPE sono: precedente terapia antibiotica, durata della degenza, gravità della malattia di base, ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva, alta intensità di cure, presenza di ferite, emocolture positive, trasferimenti tra le unità ospedaliere all'interno dello stesso ospedale, precedente intervento chirurgico, precedenti ricoveri e recente trapianto. Considerata la gravità di questa minaccia per la salute pubblica, è necessario individuare misure atte a prevenire la diffusione di questi microorganismi multiresistenti attraverso l'igiene delle mani, precauzioni e isolamento da contatto e screening di potenziali portatori asintomatici. Inoltre è importante ridurre la prevalenza complessiva dell’evento colonizzazione, con l’intento di diminuire il patrimonio genetico della resistenza antimicrobica nell’ambiente sanitario, la quale contribuisce all'acquisizione endogena della resistenza antimicrobica da parte di patogeni suscettibili e alla comparsa di nuovi microorganismi multiresistenti.
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Abstract
Hospital acquired infections (HAI) occur within 48 hours of hospital admission, 3 days of discharge or 30 days after an operative procedure. These infections are a significant cause of morbidity and mortality worldwide, especially if the causative organism has developed resistance to a number of antimicrobial agents. Gram-negative bacteria are responsible for more than 30% of HAI and the Enterobacteriaceae family is the most commonly identified group overall.
Emergence of multidrug resistance in pathogenic bacteria has become a significant public health threat, because there are few effective antimicrobial agents available for infections caused by these bacteria.
Infections with Klebsiella pneumoniae (KP) are common in hospitals among vulnerable individuals such as pre-term infants and patients with impaired immune systems, diabetes and those receiving advanced medical care. Like other bacteria in health-care settings KP can spread readily between patients, leading to nosocomial outbreaks.
KP acquires resistance to multiple antibacterial drugs mainly through horizontal transfer of mobile genetic elements such as transposons or plasmids. KP carries a resistance gene (β-lactamase) that naturally renders ineffective penicillins with an extended spectrum.
KP is also the main cause of infections caused by carbapenem-resistant bacteria worldwide and for many patients infected with these bacteria there are no clinically effective treatments. Of even greater concern is that infections with carbapenem-resistant strains need to be treated with last-resort drugs, which are not only less effective but also not widely available.
Patients with such resistant KP infections carry a risk of worse clinical outcomes and consume more health-care resources than patients infected by susceptible strains.
Currently there is evidence of regional and interregional dissemination of Carbapenemase Producing Enterobacteriacee (CPE) as KP, in several countries in Europe with an endemic situation in some of these countries, for example Italy.
The increasing occurrence of multidrug-resistant KP has expanded reliance on last-line therapies like colistin; however, selective pressure by the increased use of colistin and clonal expansion through horizontal transmission have generated clusters of cases infected with multiresistant KP. Particularly in Italy a rapid nationwide dissemination of colistin-resistant carbapenemase-producing KP has been observed recently, with overall resistance rates higher than 40%.
Risk factors found to be associated with colonization or infection with KP and other CPE are: prior antimicrobial use, length of stay, severity of illness, mechanical ventilation, admission to the intensive care unit, high procedure score, presence of wounds, positive culture from a blood isolate, transfer between hospital units within the same hospital, prior surgery, prior hospital stay and recent transplantation.
Considering this threat to public health, it is necessary to identify measures to prevent the spread of this multidrug resistant microorganisms such as hand hygiene, contact precautions and screening of potential asymptomatic carriers. Furthermore it is important to reduce the overall colonization prevalence in an effort to decrease the antimicrobial resistance gene pool within a healthcare setting, which contributes to endogenous acquisition of antimicrobial resistance from previously susceptible pathogens and to the emergence of novel multidrug resistant organisms.
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