Riassunto analitico
Nel trattamento delle malattie oculari, uno dei principali ostacoli è sempre stato quello di trovare una forma farmaceutica che fosse in grado di rilasciare il farmaco in maniera efficace, causando minimi effetti collaterali. La maggior parte dei farmaci per uso oftalmico viene somministrata attraverso l’impiego dei colliri, ma la loro biodisponibilità è molto bassa, a causa delle barriere anatomo-fisiologiche dell’occhio, per cui solo l’1-5% del principio attivo raggiunge il suo target. La semplice applicazione di un collirio standard necessita, perciò, di somministrazioni ripetute ad alto dosaggio e la compliance del paziente risulta, così, relativamente bassa. Una delle più promettenti strategie per aumentare la biodisponibilità è quella di utilizzare dispositivi che agiscano come sistemi reservoir, prolungando il tempo di residenza in loco, controllando il rilascio del principio attivo e, quindi, diminuendo la frequenza di somministrazione. Nel presente elaborato di tesi vengono analizzati nel dettaglio alcuni sistemi a rilascio modificato, come i nanocarriers tra i quali le nanoparticelle polimeriche e lipidiche, i liposomi, le nanoemulsioni, le nanosospensioni, le nanomicelle, i cubosomi e i niosomi. Sono poi stati analizzati i principali sistemi in situ gelling stimuli-responsive, tra cui i sistemi termosensibili, pH-sensibili e i gel osmoticamente indotti. Infine, sono state esaminate le lenti a contatto terapeutiche, distinguendole in base alla tecnologia di preparazione in: lenti a contatto commerciali non modificate (soak and release); lenti a contatto medicate modificate con inserimento di barriere di vitamina E; lenti a contatto medicate preparate mediante imprinting molecolare e lenti a contatto medicate con nanoparticelle. Queste nuove formulazioni sono in grado di rilasciare il farmaco lentamente ai tessuti circostanti e prevenire la clearance da parte del fluido lacrimale. Il loro successo è da ricercare soprattutto nell’abilità di aumentare la ritenzione del farmaco nello spazio precorneale, promuovendone l’assorbimento, aumentandone la biodisponibilità e assicurando comfort al paziente. Pertanto, questi dispositivi presentano il vantaggio di poter essere utilizzati anche nelle malattie oculari, che richiedono un livello terapeutico costante di farmaco nella regione del target. Purtroppo, solo pochi prodotti sono attualmente in commercio e alcuni devono ancora essere sottoposti agli studi clinici, ma i loro benefici offrono indubbiamente un enorme potenziale per lo sviluppo sul mercato e rappresentano un’area certamente molto interessante per essere studiata approfonditamente e rientrare nella terapia delle principali malattie oculari.
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