Riassunto analitico
Il presente elaborato verte sull’analisi del sequestro preventivo finalizzato a confisca dell’equivalente. La presente tesi si divide in due sezioni: nella prima si analizza l’istituto del sequestro preventivo, sia da un punto di vista statico, sia da un punto di vista dinamico. Nella seconda sezione si tratta della finalità, spesso ultima del sequestro, ossia la confisca e del ruolo centrale dell’equivalenza nel panorama normativo attuale. Ci si concentra inoltre su come l’equivalenza ha influenzato il d.lgs. 231/2001, trattando, in ultima analisi, altresì un caso pratico in tema di reati tributari in cui, nonostante presenti i presupposti applicativi del sequestro per equivalente, non si dispone l’istituto. Dopo aver introdotto la tematica del sequestro preventivo da un punto di vista storico, analizzando come si è giunti a introdurre l’istituto de quo, ci si è concentrati sui presupposti, i principi e le funzioni del sequestro, ossia il fumus commissi delicti e il periculum in mora. Ci si è soffermati altresì sullo studio dei principi che devono sottendere all’applicazione del sequestro preventivo, cioè principi di proporzionalità, adeguatezza e gradualità. In conclusione della parte statica si è trattato dei soggetti legittimati a disporre il sequestro e dell’oggetto su cui quest’ultimo verte. La parte dinamica ha preso in considerazione l’aspetto procedurale concludendosi con la vendita e l’amministrazione dei beni sequestrati. Il primo capitolo della seconda sezione è inerente alla confisca, presa in analisi sia nella forma diretta ex art. 240 c.p., sia nella forma per equivalente ai sensi dell’art. 322 ter c.p. Ai capitoli secondo e terzo viene analizzato compiutamente il concetto di equivalenza del sequestro preventivo, arrivando a chiedersi se l’istituto possa essere esteso anche al sequestro conservativo. Infine, si è studiato il concetto di sequestro e di confisca alla luce del d.lgs. 231/2001.
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