Riassunto analitico
L’ambizione di superare e migliorare le proprie prestazioni rimane una forte costante nella società attuale; intensificare alcune funzioni mentali quali l’attenzione, la memoria, la concentrazione, la motivazione, la pianificazione, l’autostima, restare svegli e concentrati per ore e ore notte e giorno. Si parla di sostanze Nootrope, sostanze in grado di aumentare le potenzialità cerebrali di chi le assume, e quello a cui si ambisce è il Neuro-Enhancement o potenziamento cognitivo. Sono presenti in commercio diverse sostanze sia di carattere nutraceutico sia di carattere farmacologico che si presuppone abbiano questa azione: smart drugs e nutrients. L’obiettivo è comprendere se queste sostanze abbiano un qualche effetto su soggetti “sani”, in buono stato di salute, siano essi giovani o di mezza età. Molte sostanze nutraceutiche studiate per questo scopo sono presenti in una serie di integratori , alcuni commercializzati “come integratori per la memoria”, in quanto dovrebbero migliorare proprio questo aspetto. Nella trattazione della presente Tesi sono state analizzate piante come Ginkgo Biloba, Panax Ginseng, Bacopa Monniera, Caffè e ci si è soffermati sulla funzione che i loro principi attivi hanno nei confronti di soggetti “sani”. Si è osservato il meccanismo d’azione dei diversi costituenti ritenuti responsabili dell’effetto farmacologico per capire la loro reale o presunta efficacia. Non pochi sono stati i problemi metodologici rilevati nei vari studi: diverse formulazioni, dosi, diverse batterie di test cognitivi che rendono molto difficile il confronto dei risultati ottenuti per arrivare ad una conclusione soddisfacente. Quindi l’efficacia di questi “nutrients” è stata in molti casi messa in discussione. Invece le smart drugs, o “droghe furbe”, devono il loro appellativo al fatto che molto spesso riescono a sfuggire al controllo legislativo e ad essere vendute legalmente. Si tratta di quelle sostanze che si trovano facilmente online o di farmaci legali, ma indicati per altre patologie come la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la narcolessia o l’Alzheimer. Questi se somministrati a persone sane dovrebbero conferire un effetto di potenziamento delle facoltà cognitive più o meno lungo. Il pubblico a cui sono rivolte è solitamente un pubblico giovane; studenti universitari che ambiscono a superare e migliorare le proprie prestazioni in relazione ad una società sempre più esigente. Il largo consumo negli ultimi tempi ha sollevato problemi di varia natura. In ambito scientifico si indaga sugli effetti a lungo termine ma anche sullo specifico bacino d’utenza di queste “smart drugs”; D’altro canto numerosi problemi etici circa la legittimazione d’uso sono stati dibattuti. I dati della più recente letteratura non sembrano confermare pienamente la tanto dichiarata efficacia dei suddetti principi attivi come potenziatori della memoria. Dunque è necessario valutare bene l’assunzione di queste sostanze; è necessario capire se vi è una reale efficacia nell’utilizzo sia dei “nutrients” sia delle” smart drugs” e, molto più importante, indagare se gli effetti indesiderati siano superiori alla potenziale efficacia.
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