Riassunto analitico
I nostri antenati cacciatori-raccoglitori sopravvivevano con un introito di sale molto basso. Ancora oggi persone di comunità rurali primitive che si trasferiscono in ambienti urbani aumentano l’assunzione di sale e, fra loro, individui sensibili a questo sono soggetti ad un aumento della pressione arteriosa, fino a sviluppare ipertensione. La sale-sensibilità è ormai riconosciuta come un indipendente fattore di rischio cardiovascolare in grado di aggravare il quadro prospettico sia dei soggetti con ipertensione arteriosa sia di quelli normotesi. Studi recenti hanno dimostrato che i soggetti ipertesi sale-sensibili (SSH) si distinguono da quelli sale-resistenti (SRH) per la presenza di maggiori alterazioni neurovegetative, degli indici di flogosi, del ritmo circadiano della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Tali differenze sono così evidenti che hanno reso possibile l’identificazione della sale-sensibilità nei soggetti ipertesi, semplicemente ricercando la presenza di queste alterazioni. Grazie ad una collaborazione con medici che hanno studiato la sale-sensibilità presso il “Centro di Prevenzione e Riabilitazione Cardiovascolare” di Parma, si è potuto accedere ai risultati di studi recenti che hanno avuto come obiettivo quello di valutare se esistono anche nei soggetti normotesi sale-sensibili, differenze neuro-endocrine significative rispetto ai sale-resistenti, allo scopo di poter attuare una campagna di prevenzione mirata e una diagnosi precoce. Pertanto, sono state ricercate alterazioni del profilo pressorio delle 24 ore (ABPM), dei parametri derivati dal test ergometrico e degli indici infiammatori che correlino in modo significativo con la sale-sensibilità. Obiettivo della presente Tesi di Laurea è stato definire, basandosi su dati ricercati nella più recente letteratura e sui risultati di recenti studi clinici, quelle che dovrebbero essere le linee guida sulla quantità di NaCl assumibile con la dieta. Partendo dalle basi fisiologiche e tenendo conto delle conoscenze acquisite nel tempo grazie alla sperimentazione ed alla raccolta delle informazioni e dei risultati sia clinici che sperimentali, si è cercato di svelare alcuni taboo ed evidenziare degli aspetti di ricerca che ancora oggi non sono stati approfonditi. Nonostante si siano acquisite nuove ed importanti indicazioni esse non sembrano essere ancora sufficienti per trarre conclusioni sicure. In ambito clinico si ritiene indispensabile intraprendere nuovi trials che prendano in considerazione la correlazione tra le alterazioni del profilo pressorio, i parametri dei test ergometrici e la sale sensibilità. Attualmente, in attesa di ulteriori sviluppi ed in modo molto prudenziale, per prevenire lo sviluppo di ipertensione, la quantità massima assumibile secondo l’indicazione data dall’OMS è di 6g/die di NaCl.
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