Riassunto analitico
OBBIETTIVO: Definire il ruolo della risonanza magnetica nello screening delle donne ad alto rischio di carcinoma mammario MATERIALI E METODI: Le donne coinvolte nello studio hanno un età tra i 33 anni e gli 80, su 129, 46 avevano una mutazione di BRCA1 accertata, 29 di BRCA2, 18 presentavano un test genetico ambiguo, 6 avevano un famigliare di primo grado con mutazione accertata di BRCA e 30 avevano un rischio stimato con BRCAPRO superiore al 25%. Queste donne hanno eseguito vari rounds annuali dove nella stessa giornata sono state sottoposte a esame clinico, mammografia, ecografia e risonanza magnetica. Nei casi positivi si è poi preceduto a prelievo istologico. RISULTATI: a 9 pazienti è stata diagnosticata una neoplasia per un totale di 12 lesioni. Di queste 9 erano carcinomi duttali infiltranti e 3 carcinomi duttali in situ. L'esame clinico ha rilevato solo 2 lesioni che erano carcinomi duttali infiltranti. La mammografia ha rilevato 6 lesioni (5 carcinomi duttali infiltranti e 1 carcinoma duttale in situ). L'ecografia ha rilevato 6 lesioni (5 carcinomi duttali infiltranti e 1 carcinoma duttale in situ). La risonanza magnetica ha rilevato 12 lesioni (9 carcinomi duttali infiltranti e 3 carcinomi duttali in situ). Perciò la risonanza è stata diagnostica nel 100% dei casi, mammografia ed ecografia nel 50% e l'esame obbiettivo nel 17% dei casi. Comparando il nostro studio con diversi studi condotti alla stessa maniera è evidente che la risonanza magnetica ha una sensibilità assai superiore a mammografia, ecografia ed esame clinico (95% vs 40% vs 40% vs 18%)per quanto riguarda le donne ad alto rischio. La specificità è simile tra le metodiche essendo tutte superiori al 90%. Complessivamente la risonanza ha alcuni svantaggi: - elevato costo - l'iniezione per il mezzo di contrasto - non esiste una tecnica standard - limitata velocità di esecuzione se comparata a mammografia ed ecografia - gran numero di immagini - falsi positivi riferiti a tessuto benigno (limitata specificità) - intensità di segnale variabile e quindi difficilmente interpretabile per i carcinomi in situ - un'incidenza del 5% di carcinomi invasivi con lento o ridotto enhancement. Ma moltissimi vantaggi: la mancanza di radiazioni ionizzanti - l'utilizzare ogni possibile piano di visualizzazione - ottima risoluzione spaziale - il fatto che l'immagine comprenda l'intero volume mammario e la parete toracica - l'utilizzare tecniche 3D all'avanguardia - la sensibilità superiore al 90% nel diagnosticare piccoli tumori invasivi - il fatto che riesca a diagnosticare masse occulte, multifocali o residui di malattia - l'accuratezza nello stimare le dimensioni di carcinomi invasivi - la possibilità di visualizzare correttamente i linfonodi regionali (sebbene la stadiazione rimanga problematica). CONCLUSIONE: La risonanza magnetica supera come metodica di screening l'esame clinico, la mammografia e l'ecografia e deve essere raccomandata annualmente alle donne ad elevato rischio di carcinoma mammario.
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