Riassunto analitico
Introduzione: Durante la vita fetale e i primi sei mesi di vita post-natale l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi porta alla produzione di ormoni sessuali, che in questa finestra temporale svolgono un ruolo sulla differenziazione neurocomportamentale fra maschi e femmine. I dimorfismi presenti in alcune aree del cervello si manifestano infatti con comportamenti diversi nei due sessi. Già durante l'infanzia, a partire dai 12 mesi di età, si riscontrano differenze nella scelta dei giocattoli e nelle attività svolte. Lo studio di queste differenze avviene attraverso l’utilizzo di questionari o l’esecuzione di test, come il test ‘toy preference’. Nonostante il crescente interesse sull’argomento, il ruolo dell'attivazione gonadica postnatale precoce nello sviluppo psicosessuale umano è tuttavia in gran parte sconosciuto. Lo scopo dello studio è pertanto quello di valutare l’influenza della minipubertà, valutata attraverso i livelli degli ormoni sessuali urinari alla nascita, a 3 e 6 mesi di vita sulle preferenze di genere e lo sviluppo neurocomportamentale di un gruppo di bambini nati a termine, adeguati per età gestazionale, senza fattori di rischio materno-fetali.
Metodi: Studio di coorte longitudinale prospettico per il quale sono stati arruolati 23 neonati (11 maschi, 48 %) nati a termine (37-40 settimane di età gestazionale) adeguati per età gestazionale (AGA). Sono stati valutati i livelli degli ormoni urinari (uLH - ormone luteinizzante, uFSH - ormone follicolo stimolante, uT - testosterone per i maschi ed uE - estradiolo per le femmine) alla nascita a 3 e 6 mesi di vita. Sono stati inoltre eseguiti agli stessi tempi valutazione auxologica (peso, lunghezza, circonferenza cranica, distanze ano-genitali ). Successivamente a 15 mesi è stata inoltre eseguita valutazione clinica comprensiva di: valutazione auxologica e test del toy preference
Risultati: L’analisi dei dati mostra una differenza di genere nella scelta del gioco durante il test del toy preference nella popolazione maschile e femminile, con una differenza significativa (p 0,001) nell’utilizzo di giochi neutri, più usati dalle femmine, e di giochi maschili (p 0,019), più utilizzati nei maschi. Non emergono differenze significative (p 0,340) nell’utilizzo dei giochi femminili in valore assoluto, ciò significa che maschi e femmine giocano con i giochi femminili per la stessa durata. A tali differenze si associano Interessanti trend ormonali. In particolare, si osservano correlazioni indirette tra la percentuale di utilizzo dei giochi neutri e gli ormoni urinari a T0, in particolare con uLH rho: -0,582, p: 0,014) e con uE (rho: -0,685, p: 0,029). Abbiamo inoltre identificato correlazioni dirette tra percentuale di tempo trascorso con giochi neutri e ormoni a T3 e T6, iparticolare con uE sia a T3 che a T6 (rho: 0,709, p: 0,015; 0,661, p: 0,038; rtispettivamente) e con uFSH a T6 (rho: 0,594, p: 0,004). Per quanto riguarda la percentuale di gioco maschile, questa è risultata correlata negativamente con uFSH a T3 e T6 (rho: -0,451, p: 0,04; rho: -0,694, p: <0,001; rispettivamente) ed a uE a T3 (rho: -0,615, p: 0,044). Non abbiamo invece individuato correlazioni diretto o inverse fra utilizzo dei giochi femminili e trend ormonali della minipubertà.
Conclusioni: Nella nostra coorte abbiamo osservato una preferenza nell’utilizzo dei giochi neutri nelle bambine e nell’utilizzo dei giochi maschili nei bambini, senza identificare differenze nell’uso dei giochi femminili, fra bambini e bambine. Inoltre, abbiamo individuato interessanti correlazioni fra percentuale di gioco neutro e maschile con gli ormoni urinari della minipubertà. Lo studio ha mostrato risultati interessanti e merita ulteriori studi prospettici per essere meglio valutato.
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