Riassunto analitico
Introduzione L’emorragia intraventricolare (IVH) è una grave complicanza neurologica che può colpire i neonati pretermine nel periodo neonatale. Particolarmente a rischio è la popolazione dei neonati VLBW (Very Low Birth Weight, cioè con peso alla nascita inferiore ai 1500 grammi), nella quale si ha un’incidenza del 10-20%. L’IVH si verifica nella stragrande maggioranza dei casi nei primi 3-4 giorni di vita o comunque entro la prima settimana. Il sanguinamento ha origine nella matrice germinale, situata al di sotto dell’ependima che riveste i ventricoli cerebrali e fonte delle future cellule neuronali e gliali nel cervello immaturo. Il sangue può poi rimanere confinato a questo livello costituendo un’emorragia della matrice germinale (GMH) o diffondere all’interno dei ventricoli laterali a dare un’emorragia intraventricolare (IVH). La patogenesi dell’IVH è principalmente attribuita alla fragilità vascolare intrinseca della matrice germinale unitamente unita alla mancanza di autoregolazione cerebrale tipica dei neonati prematuri. La diagnosi di IVH viene effettuata mediante l'ecografia cerebrale transfontanellare eseguita al letto del paziente. Attraverso questa metodica è anche possibile classificare, secondo la classificazione di Papile, l’IVH in diversi gradi: I, II, III e IV, gli ultimi due dei quali definiscono un’IVH severa. Tra i neonati pretermine con IVH di grado III o IV, il 25-30% sviluppa una dilatazione ventricolare post-emorragica (PHVD) progressiva, la quale può anche essere definita come idrocefalo post-emorragico. Anche in questo caso la diagnosi avviene mediante l’esecuzione di ecografia cerebrale, attraverso la quale si riscontrerà un indice ventricolare (VI) >97° centile. La PHVD spesso si associa a un aumento della pressione intracranica, la quale è a sua volta responsabile di lesioni nelle aree cerebrali adiacenti ai ventricoli. Queste lesioni rendono conto di una più alta incidenza di esiti negativi del neurosviluppo cognitivo e motorio. Nonostante anni di ricerche, non c'è tuttora consenso tra neonatologi, neurologi pediatrici e neurochirurghi pediatrici sulla migliore gestione della PHVD.
Materiali e metodi Ai fini dello studio è stata retrospettivamente selezionata una popolazione di neonati pretermine VLBW, nati presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena tra Gennaio 2010 e Giugno 2020, affetti da emorragia intraventricolare di grado severo. Sono complessivamente risultati idonei al reclutamento 45 pazienti, per ciascuno dei quali sono stati considerati parametri auxologici, fattori prenatali, neonatali e post-natali. Attraverso una valutazione retrospettiva delle immagini ecografiche, archiviate in formato digitale, è stato possibile classificare la severità delle IVH e valutare l’evoluzione degli eventuali idrocefali post-emorragici in relazione alle dimensioni ventricolari misurate. Le medesime misurazioni ventricolari sono state effettuate sulle immagini RM datate al termine di età corretta. È stata infine valutata la correlazione tra l’evoluzione del suddetto quadro radiologico e l’esito del Follow-up neurologico a cui tutti i neonati VLBW nati o ricoverati presso la TIN di Modena vengono sottoposti. Quest’ultimo prevede nei primi mesi di vita del neonato la valutazione della motilità spontanea secondo il metodo di Prechtl (tramite videoregistrazioni seriate dei GMs), la valutazione neurologica (esame neurologico modificato di Amiel Tison) e la somministrazione delle scale di Sviluppo Mentale di Griffiths. I dati relativi al Follow up, e di conseguenza le conclusioni da essi tratte, mancano o sono incompleti per un’importante fetta della popolazione iniziale che è deceduta precocemente a causa delle gravi condizioni cliniche generali che, in un neonato VLBW, si possono associare a IVH e PHVD.
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