Riassunto analitico
Introduzione: la sindrome di Guillain-Barré (GBS) è una poliradicoloneuropatia infiammatoria acuta con un decorso clinico e un esito altamente variabili. Recentemente sono stati sviluppati diversi sistemi di punteggio relativi alla GBS e basati principalmente su variabili cliniche, nel tentativo di fornire informazioni diagnostiche e prognostiche. A nostra conoscenza, la presenza e il possibile ruolo prognostico delle bande oligoclonali IgM (BOG IgM) del liquido cerebrospinale (LCR) nella GBS non è stato indagato in precedenza. L’obiettivo dello studio è proprio quello di colmare questa lacuna. Metodi: abbiamo identificato retrospettivamente 217 pazienti con diagnosi di GBS, ricoverati presso il Dipartimento di Neurologia di Modena tra il 2006 e il 2021. Da questa serie, abbiamo selezionato 170 pazienti (107 maschi, 63 femmine; età media 59 anni, deviazione standard 18). Abbiamo esaminato il LCR e il campione di siero, che erano stati conservati a -80°C, in termini di presenza di BOG IgM utilizzando isoelettrofocalizzazione (IEF) su gel di agarosio, seguita da immunoblotting e studiato l'impatto di diverse variabili cliniche, neurofisiologiche e di laboratorio, tra cui BOG IgM limitatamente al LCR, sul rischio di uno scarso recupero (in termini di score alla GBS disability scale)1. Risultati: i soggetti che presentano BOG IgM nel liquor (20 pazienti, 11,8% del totale), rispetto ai rimanenti 150 casi, mostrano una maggiore probabilità di riscontrare manifestazioni prodromiche (85% vs 60%; p=0,03) e in modo particolare prodromi iatrogeni (15% vs 2%; p=0,003). Emerge anche una maggiore probabilità di avere un coinvolgimento dei nervi cranici (60% vs 34,7%; p=0,028). Ma soprattutto la presenza di BOG IgM correla con una più elevata protidorrachia (178,65 ± 96,626 mg/dl vs 92,98 ± 69,792 mg/dl; p<0,001), più elevata concentrazione liquorale di albumina (98,87 ± 67,292 mg/dl vs 46,344 ± 39,246 mg/dl; p<0,001) e di IgG (22,042 ± 20,046 mg/dl vs 8,437 ± 8,769 mg/dl; p<0,001). C’è una correlazione con la presenza di un alterato indice di danno di barriera emato-liquorale (90% vs 67,3%; p=0,038), ma decisamente più significativa la correlazione con il grado del suddetto danno (2,836 ± 2,797 vs 1,251 ± 1,358; p<0,001). Complessivamente le variabili che incidono maggiormente nell’aumentare il rischio di prognosi infausta sono un’età d’esordio avanzata, la presenza di disautonomia e il fenotipo AMAN. Conclusione: la presenza di BOG IgM è riscontrabile nel siero e nel liquor di una parte di pazienti affetti da GBS, ma sembra non correlare con nessuno degli esiti prognostici considerati. Emerge però una significativa relazione con il grado di danno di barriera emato-liquorale.
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