Riassunto analitico
Introduzione Nel corso degli anni il numero di impianti di Risonanza Magnetica (RM) è progressivamente aumentato grazie all'affermarsi della metodica come gold standard per lo studio morfologico e funzionale di molti distretti corporei. Parallelamente l’impiego di dispositivi cardiaci impiantabili per elettrostimolazione (Cardiac Implantable Electronic Device, CIED) nell’ultimo decennio ha registrato una crescita esponenziale. Questo notevole sviluppo ha però comportato anche una crescente attenzione nei confronti dei possibili disturbi che i sistemi di RM possono generare sui CIED. L’evoluzione della tecnologia dei dispositivi cardiaci ha condotto alla creazione negli ultimi anni di nuovi sistemi di stimolazione cardiaca, specificamente progettati per un uso sicuro nell'ambiente RM, definiti pertanto come dispositivi “MR-conditional” ovvero compatibili con la RM in determinate condizioni di utilizzo. La presenza di detti dispositivi in ambiente RM può considerarsi sicuro solo se le “condizioni” poste dal fabbricante sono rispettate. È quindi indispensabile definire protocolli organizzativi in grado di garantire l’accesso alle prestazioni di RM anche a pazienti portatori di CIED MR-conditional che prendano in considerazione tutte le problematiche inerenti al problema e consentano al paziente di eseguire in sicurezza l’esame RM richiesto.
Materiali e metodi Lo studio è stato condotto presso la Struttura Complessa di Radiologia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale Civile di Baggiovara in collaborazione con il Servizio di Fisica Medica. La popolazione di studio, rappresentata da un campione di 135 pazienti, è stata arruolata in un periodo di tempo compreso tra settembre 2017 ed aprile 2021 e successivamente analizzata retrospettivamente. Il campione ha incluso pazienti con età compresa tra i 19 e 86 con preponderanza di soggetti di sesso maschile (64,5%). Gli esami sono stati eseguiti con un magnete ad alto campo da 1.5T. Le indagini RM sono state successivamente rivalutate da due radiologi con esperienza almeno quinquennale di RM per l’identificazione di eventuali artefatti presenti e da correlare ai device impiantati. Dei 135 pazienti totali arruolati all’interno dello studio e sottoposti a valutazione, 130 (96%) sono risultati portatori di dispositivi compatibili con l’ambiente RM (125 MR-Conditional e 5 MR-safe). Di questi, 120 pazienti (92%) sono stati sottoposti ad esame RM. Per quanto concerne i distretti indagati mediante l’esame RM, la maggior parte degli esami sono stati eseguiti per lo studio del distretto cerebrale e spinale, in numero di 82 (rispettivamente 59 e 23 prestazioni), seguiti dall’addome e da esami per lo studio dell’apparato muscoloscheletrico.
Risultati Durante l’esecuzione degli esami non sono stati registrati eventi avversi lievi né tantomeno gravi. Non si sono riscontrati artefatti correlati alla presenza, nello specifico, dei devices cardiaci. È stato calcolato l’intervallo di tempo tra la valutazione fornita dal medico responsabile della sicurezza clinica e l’esecuzione dell’esame RM. In media tale intertempo, indipendentemente dal tipo di device e di esame eseguito, è stato di 29,06 giorni. Gli intertempi sono stati calcolati anche in relazione al tipo di device valutato (CIED e non-CIED, rispettivamente di 37,88 e 23,43 giorni) ed al tipo di indagine eseguita.
Conclusione Il presente studio ci consente di concludere che la presenza di un congruo percorso gestionale ed operativo per l’esecuzione delle indagini RM in pazienti portatori di device MR-Conditional consente l’ottenimento di prestazioni diagnostiche in totale sicurezza e con efficacia diagnostica del tutto sovrapponibile a quella raggiunta da indagini RM in pazienti non impiantati.
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