Riassunto analitico
INTRODUZIONE. L'emorragia cerebrale intraparenchimale spontanea (ICH) risulta dalla rottura di vasi sanguigni all'interno del tessuto cerebrale e rappresenta dal 10 al 20% di tutti gli ictus, cioè 2 dei circa 15 milioni di ictus ogni anno nel mondo, con un'incidenza globale di 24,6 casi su 100.000 persone per anno. La severità di questa patologia è certa, e il contributo che porta alla disabilità e mortalità generale per ictus è sproporzionatamente elevato, con un tasso di mortalità precoce intorno al 40,4% e tardiva superiore al 50%.
SCOPO DELLO STUDIO. In questo studio monocentrico retrospettivo di popolazione abbiamo indagato l'influenza di fattori di rischio e altri parametri, focalizzati sulla presentazione dei pazienti in Pronto Soccorso (PS), sull’indipendenza funzionale e sulla disabilità residua misurate con la modified Rankin Scale (mRS) a tre mesi, e sull'incremento dell'ematoma valutato alla seconda TC encefalo. Inoltre, abbiamo valutato le caratteristiche della sottopopolazione scoagulata.
MATERIALI E METODI. I pazienti affetti da ICH negli anni 2016 – 2018, in ingresso al PS dell'Ospedale di Baggiovara, sono stati selezionati consultando database ospedalieri, poi inclusi nello studio. Sono stati raccolti diversi parametri consultando il Sistema Informatico Ospedaliero (SIO): data di nascita, età, sesso, e nazionalità, dati anamnestici su fattori di rischio preesistenti e assunzione di farmaci, altri parametri sulla presentazione in PS come caratteristiche cliniche, dati laboratoristici e di radiodiagnostica, e sulla gestione in acuto. Al fine di valutare l’outcome abbiamo rilevato l’mRS a tre mesi dall’insorgenza dei sintomi, focalizzandoci sulla dipendenza funzionale (“cattivo” outcome, mRS ≥3), sull’incapacità di deambulare (outcome “sfavorevole”, mRS ≥4), e sulla mortalità (mRS =6). I dati sono stati analizzati usando il software statistico SPSS® per Windows, versione 21 (SPSS Inc., Chicago, IL, USA), ed è stata eseguita l’analisi di regressione logistica.
RISULTATI. Sono stati inclusi 394 pazienti (età mediana 77,5 anni, 54,6% maschi). La mediana di mRS a tre mesi era 5 (IQR 3 – 6), nel 22,4% mRS era ≤2, nel 30,0% mRS era ≤3, il 41,0% è deceduto, il 24,8% ha avuto espansione dell'ematoma. Predittori indipendenti di cattivo outcome erano età avanzata (OR 1,04, 95% CI 1,01 – 1,07, p 0,013), elevata pressione arteriosa sistolica (OR 1,01, 95% CI 1,0 – 1,02, p 0,021), emorragia intraventricolare (OR 7,66, 95% CI 3,45 – 17,00, p <0,001), shift della linea mediana (OR 4,32, 95% CI 1,85 – 10,09, p 0,001), ed iperglicemia (OR 1,01, 95% CI 1,01 – 1,02, p 0,001). Predittori indipendenti di outcome sfavorevole erano età avanzata, emorragia intraventricolare, shift della linea mediana e iperglicemia. Predittori indipendenti di mortalità erano età avanzata, emorragia intraventricolare, shift della linea mediana e bassa emoglobina (OR 0,74, 95% CI 0,57 – 0,96, p 0,024). L'aumento dell'emorragia era più frequente in pazienti con alto NIHSS all'ingresso (p 0,001) e basse piastrine (p 0,004). Il 17,5% dei pazienti era in terapia anticoagulante (n =67). Di questi, il 56,7% con warfarin, e il 65,7% riceveva inversione dell'anticoagulazione, più frequentemente somministrata in pazienti senza sanguinamento intraventricolare. Gli outcome non variavano in base al tipo di anticoagulante.
CONCLUSIONI. Questo è il primo studio che ha indagato pazienti affetti da ICH nel nostro territorio di Modena e provincia. Nella nostra analisi i predittori di outcome più significativi erano età avanzata, sanguinamento ventricolare e shift della linea mediana. Questi risultati, insieme a tutti gli altri, sono in linea con la letteratura, con alcune poche eccezioni, spesso spiegate da protocolli e trend dell'Ospedale di Baggiovara.
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Abstract
INTRODUCTION. Spontaneous intraparenchymal cerebral hemorrhage (ICH) results from rupture of blood vessels in the brain and accounts for 10 to 20% of all strokes, which means 2 million of about 15 million strokes worldwide each year, with a global incidence of 24,6 per 100.000 person-years. Its severity is undoubted, and the contribution to overall stroke mortality and disability is over-proportionally high, with an early fatality rate of approximately 40,4% and a late mortality higher than 50%.
PURPOSE OF THE STUDY. In this retrospective monocentric population study we investigated the influence of risk factors and other parameters, focused on the presentation of patients at the Emergency Room (ER), on functional independence and residual disability measured through 3-month modified Rankin Scale (mRS), and of the hematoma expansion detected at the first control of brain CT scan. In addition, we evaluated the characteristics of the subpopulation of patients on anticoagulation therapy.
MATERIALS AND METHODS. Patients affected by a spontaneous intracerebral hemorrhage in years 2016 – 2018, admitted to the ER of Baggiovara Hospital, were selected consulting Health Department’s databases, and then included in the study.
Several parameters were collected using the consultation of the Hospital Information System (SIO): date of birth, age, sex, and nationality, anamnestic data about preexisting risk factors and taking medications, other parameters focused on the presentation at the ER as clinical features, laboratory, imaging data, and on the acute management.
To evaluate patients’ outcome, we detected mRS at 3 months after the onset of symptoms, especially focusing on functional dependence (“bad” outcome, mRS ≥3), inability to walk (“unfavorable” outcome, mRS ≥4), and mortality (mRS =6).
Data were analyzed using the statistical software SPSS® for Windows, version 21 (SPSS Inc., Chicago, IL, USA), and logistic regression analysis was performed.
RESULTS. 394 patients were included (median age 77,5 years, 54,6% males). Median 3-month mRS was 5 (IQR 3 – 6), in 22,4% mRS was ≤2, in 30,0% mRS was ≤3, 41,0% were dead, 24,8% had hematoma expansion. Independent predictors of bad outcome were older age (OR 1,04, 95% CI 1,01 – 1,07, p 0,013), high systolic blood pressure (OR 1,01, 95% CI 1,0 – 1,02, p 0,021), intraventricular hemorrhage (OR 7,66, 95% CI 3,45 – 17,00, p <0,001), midline shift (OR 4,32, 95% CI 1,85 – 10,09, p 0,001), and high blood glucose (OR 1,01, 95% CI 1,01 – 1,02, p 0,001). Independent predictors of unfavorable outcome were older age, intraventricular hemorrhage, midline shift, and high blood glucose. Independent predictors of mortality were older age, intraventricular hemorrhage, midline shift, and low hemoglobin (OR 0,74, 95% CI 0,57 – 0,96, p 0,024). Hematoma expansion was more frequent in patients with a high NIHSS at admission (p 0,001), and low platelets counts (p 0,004). 17,5% of patients were on anticoagulation therapy (n =67). Of these, 56,7% were on therapy with warfarin, and 65,7% received reversal of anticoagulation, which was more frequently performed in patients without intraventricular bleeding. Outcomes did not change on the basis of the anticoagulant.
CONCLUSIONS. This is the first study for patients affected by ICH in our territory of Modena and province. In our analysis the most meaningful predictors of outcome were older age, ventricular bleeding, and midline shift. These results, and all the other results, appear to be in line with literature’s studies, with some few exception, often explained by protocols or trends of Baggiovara Hospital.
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