Riassunto analitico
Questo elaborato nasce dallo stupore di scoprire come, ancora oggi, ci sia poca delicatezza e chiarezza nei confronti dei minori maltrattati. Quanto poco si conosca circa le cause e le svariate vicende familiari sottese alle violente azioni che danneggiano la crescita e lo sviluppo dei bambini. L’Italia si conferma non essere un paese per bimbi. Lo dicono i numeri. Sono 100.000 i bambini maltrattati in Italia, il 19% di questi è vittima di violenza assistita che rappresenta la seconda forma di maltrattamento sui minori. Ciò che manca alla nostra Italia è un assetto normativo non frammentato rispetto alle misure di prevenzione, protezione e cura di minori vittime di maltrattamento e in particolare di violenza assistita. A cominciare da un sistema omogeneo di rilevazione dei casi su tutto il territorio nazionale. Oggi, non solo il minore ha diritto ad essere educato dai genitori ma anche di crescere con i suoi genitori. A partire dagli anni Ottanta il bambino viene considerato titolare di diritti e non solo bisognoso di attenzioni e cure. I diritti dei minori sono garantiti dalla legislazione ordinaria nel settore civile, penale ed amministrativo. Importante il ruolo della tutela giuridica, che consiste nella promozione di interventi nelle situazioni in cui non si ha sufficiente protezione e sicurezza della persona e, si attiva quando risultano compromessi il riconoscimento e i diritti fondamentali. L’Autorità garante interviene in diversi contesti per assicurare il rispetto e l’attuazione di questi diritti e doveri. Gioca un ruolo fondamentale l’importanza dell’ascolto del minore. Ascoltare il minore non è un diritto qualsiasi ma è un diritto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989. Dovere degli adulti è dunque, ascoltarli: in famiglia, a scuola, in comunità o in tribunale. Importante spiegare al minore che la loro opinione è importante ma le scelte ricadono sempre sugli adulti e, soprattutto, che hanno diritto anche di scegliere di non essere ascoltati. Il principale organo giudiziario di tutela minorile è il tribunale per minorenni dove ha competenze in campo civile, amministrativo e penale. Con l’espansione della pedagogia, negli ultimi decenni, si è data voce a svariate forme professionali tra cui il Pedagogista Giuridico. Figura che ha un aspetto sociale della pedagogia legata all’etico-politica, rivolta al miglioramento della società. Nel campo della tutela educativa nasce l’attenzione e la pratica della pedagogia giuridica, scienza che stimola l’incontro tra due culture: quella giuridica e quella pedagogica. Il fine è quello di rispondere alla necessità di connotare le procedure giuridiche con finalità educative e obiettivi comuni. L’incontro tra questi approcci viene rappresentato dalla “pedagogia rivalutativa” che traduce il processo educativo nel processo di aiuto alla persona in presenza di vincoli giuridici. La pedagogia giuridica quindi ha il compito di adottare e individuare gli opportuni dispositivi pedagogici in previsione dell’attuazione di una misura civile o penale o di sostegno a una misura adottata. Le professioni giuridiche e pedagogiche trovano molti punti d’incontro che danno vita a quella condizione di trans-disciplinarità messa in risalto dall’epistemologia che tende a diffondere relazioni trans-professionali tra legali e pedagogisti e giudici.
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