Riassunto analitico
Questa tesi ha come obiettivo quello di analizzare criticamente alcuni limiti legislativi riscontrati nella letteratura giuridica, offrendo allo stesso tempo spunti innovativi di lettura del diritto, coinvolgendo varie discipline trattate in questo corso di laurea, di stampo psicologico, statistico e di marketing. Questo studio parte da una matrice legislativa che coinvolge aspetti del diritto alimentare e in parte del diritto dei consumatori e dei mercati. La tesi si divide in due parti: la prima si basa su una riflessione teorica su specifiche regolamentazioni del diritto alimentare; la seconda parte è orientata all'analisi della comunicazione alimentare dal punto di vista del consumatore, coinvolgendo aspetti di natura psicologica e di marketing. Il primo e il secondo capitolo appartengono alla prima parte. Nel primo capitolo vengono citati alcuni aspetti del Reg. (UE) n.178/02 e affrontati temi legati alle basi giuridiche e alle fonti del diritto alimentare; successivamente viene analizzato il diritto alimentare sotto la prospettiva del consumatore, facendo un focus sull' EFSA e sulla gestione e analisi del rischio alimentare. Infine, per concludere questa introduzione, viene citato principio di precauzione e la disciplina sanzionatoria nel contesto del diritto alimentare. Il secondo capitolo si focalizza su un'analisi giuridica generale dell'informativa alimentare, in particolare viene discusso il Reg. (UE) n. 1169/2011, relativo alle informazioni obbligatorie da citare in etichetta, e il Reg. (UE) n. 1924/2006, introducendo i principi generali dell’informativa volontaria, insieme alla classificazione delle diverse tipologie di claim alimentari, descrivendone il trattamento giuridico specifico. Il terzo capitolo si dedica ad un'analisi critica dell'informativa obbligatoria e volontaria, a partire dalla definizione dei principi della comunicazione alimentare. Si cerca di comprendere se il consumatore è in grado di prendere consapevolmente una decisione di acquisto alimentare, ossia se è sufficientemente responsabile da essere in grado di affrontare i problemi tipici dell’overload informativo. Molti studi infatti affermano che troppe informazioni rendono paradossalmente l’individuo incapace di prendere una decisione. In questo contesto è dunque interessante comprendere il ruolo dell’informativa volontaria nel processo decisionale di acquisto. I claim salutistici/nutrizionali, infatti, se da un lato aiutano a snellire il processo di acquisto, dall’altro è necessario tener conto degli inganni sulla trasparenza, la correttezza e l’imparzialità di tali informazioni, in virtù della presenza di alcuni limiti giuridici tipici dell'informativa volontaria. In questo capitolo è possibile riflettere su come sempre più spesso è necessaria un'integrazione della disciplina psicologica nella redazione legislativa dei claim salutistici/nutrizionali, positivi ma soprattutto negativi, i quali esercitano una forte influenza psicologica sul soggetto. L'ultimo capitolo si concentra sull'analisi di un questionario allo scopo di verificare quanto affermato in precedenza. L’ intento è giustificare 3 ipotesi rilevanti a partire dall’introduzione del concetto di “nudging” e di “paternalismo libertario”. In particolare, si vuole comprendere se i claim salutistici/nutrizionali possono essere considerati delle forme di nudging e valutarne l'efficacia di persuasione; quanto il consumatore può definirsi responsabile nella lettura dell'etichetta, ossia quanto egli può definirsi attivo nell'ambito di un processo decisionale di acquisto alimentare. Infine, secondo una logica di integrazione tra l’informativa obbligatoria e volontaria, si vuole comprendere se l'informativa volontaria può considerarsi una premessa non solo finalizzata alla profittabilità dell'impresa, ma se può rappresentare uno strumento nelle mani dello Stato per indurre i consumatori a una scelta alimentare corretta.
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Abstract
The aim of this thesis is to analyse critically some of the legislative limitations found in the legal literature, while offering innovative ideas for reading the law, involving various disciplines covered in this degree course. This study starts from legislative aspects of food law and partly of consumer and market law. The thesis is divided into two parts: the first one is based on a theoretical reflection on specific regulations of food law; the second part focused on the analysis of food communication from the consumer's point of view, involving psychological and marketing aspects.
The first and second chapters belong to the first part. Considering the first chapter, the aim is to introduce some aspects of food law, related to the Reg. 178/2002 and related to legal bases and sources of food law; Finally, to conclude this introduction, the precautionary principle and the sanctioning discipline in the context of food law are mentioned.
The second chapter focuses on a general legal analysis of food information, in particular the Reg. (EU) 1169/2011, on the mandatory information on the label, and the Reg. (EU) 1924/2006, introducing the general principles of voluntary disclosure and the classification of the different types of food claims, describing its specific legal treatment.
The third chapter is devoted to a critical analysis of mandatory and voluntary information, starting with the definition of the principles of food communication. The aim is to understand if consumers are able to take a consciously buying decision, i.e. whether he is responsible enough to be able to deal with the typical issues related to the information overload. In fact, many studies claim that too much information paradoxically makes the individual unable to take a decision. In this context, it is therefore interesting to understand the role of voluntary disclosure in purchasing decision-making. Health and nutrition claim , in fact, while on the one hand help to streamline the purchasing process, on the other hand it is necessary to take into account the deceptions about transparency, fairness and impartiality of such information, because of the presence of certain legal limits typical of voluntary disclosure. In this chapter it is possible to understand the importance of psychological discipline in a legislative context related to health (both positive and negative) claims.
The last chapter focuses on analysing a questionnaire in order to verify what was said above. The aim is to justify 3 relevant hypotheses starting from the meaning of "nudging" and "libertarian paternalism". Moreover, the aim is to understand if health/nutritional claims could be defined as nudges and assess their effectiveness of persuasion; how much consumers can consider themselves responsible, i.e. how active he can be in a food buying decision-making process. Finally, according to an attempt of integration between mandatory and voluntary information, it is intended to understand whether voluntary disclosure can be considered a premise not only aimed at the profitability of the enterprise, but whether it can be a tool in the hands of the state to induce consumers towards a correct food choice.
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