Riassunto analitico
Questo elaborato si propone di porre la lente di ingrandimento sulle emozioni degli insegnanti italiani, al fine di indagare quanto queste ultime influiscano sul loro metodo di insegnamento e conseguentemente sull’apprendimento dei loro alunni. Partendo da un quadro generale che ritrae gli insegnanti in una fase storica di sfiducia, l’impegno del corpo docente procede nonostante precariato, assenza di meritocrazia, carichi emotivi eccessivi e considerazione pubblica tutt’altro che favorevole. Gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale per la società essendo promotori di saperi e mediatori di valori tra generazioni. Come citato dal sociologo Argentin: “Tra le istituzioni con le quali ogni cittadino viene a contatto nell’arco della propria vita la scuola è la prima e forse la più importante. Gioia e piacere dovrebbero essere sentimenti associati alla scuola. E invece spesso ciò non accade: per molti l’esperienza scolastica è associata a disagio e sofferenza. Non solo molti studenti non vanno a scuola volentieri, ma anche molti insegnanti minimizzano il loro impegno e il loro contributo nelle vite di questi bambini e bambine, ragazzi e ragazze.” (Argentin, 2018, pp 8), Le emozioni che gli insegnanti provano sono tra le prime cause di efficacia del loro insegnamento. Erroneamente si è sempre pensato che tutto ciò che fosse cognitivo si allontanasse da ciò che è emozionale, al contrario, a livello neurofisiologico è mostrato che il circuito con cui i soggetti pensano e agiscono è sempre un circuito connesso, quindi non esiste atto della vita mentale che non sia contemporaneamente comprensione ed emozione. Le emozioni come sistema antico del nostro cervello servono per reagire all’ambiente per difendere o attivare le nostre risposte. Ecco il motivo per cui se si apprende con paura (come ad esempio la paura di sbagliare), l’istinto di sopravvivenza spingerà il soggetto a fuggire in seguito ad azioni che gli provochino disagio e sofferenza, per questo motivo nasce l’esigenza di un educatore non giudice ma alleato con il proprio studente contro l’errore. Le emozioni negative, oltre ad influenzare lo stile comunicativo degli insegnanti, possono sfociare in patologie psichiche gravi, come ad esempio la sindrome da burnout. Questa malattia caratterizzata da esaurimento emozionale, ha ripercussioni molto gravi a livello fisico e mentale della persona coinvolta. Il mestiere di insegnante fa parte delle helping professions, ciò significa che le conseguenze determinate dalla sindrome da burnout hanno ricadute negative anche nei soggetti coinvolti nelle relazioni di cura, in questo caso gli studenti. Per analizzare in termini pratici quanto le emozioni siano presenti in “aula”, è stato somministrato agli insegnanti di un istituto comprensivo della provincia di Mantova, un questionario metacognitivo rielaborato sulla base di quello già presente in commercio: “MESI, motivazioni, emozioni, strategie di insegnamento” edito da Erickson a cura di A. Moè, F.Pazzaglia e G. Friso (2010) e il e questionario di Giuseppe Vadalà (2010): “Il pensiero degli insegnanti. Uno sguardo dal sistema docente.”
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Abstract
This paper intends to lay under close scrutiny the Italian teachers’ emotions and feelings, in order to bring out how much these lasts affect their teaching method and, consequently, the learning of their students.
Now, considering an overall framework which shows teachers during a historical period of distrust, the teaching staff’s commitment proceeds despite precariousness, lack of meritocracy, excessive emotional burdens and public consideration that is anything but favorable.
Needless to remark that teachers hold a primary role for the society, being promoters of knowledge and mediators of values between generations. As quoted by the sociologist Argentin: “Among the institutions with which every citizen comes into contact in the course of his/her life, the school is the first and perhaps the most important. Joy and pleasure should be feelings associated with the school and instead, this often does not happen, ending up for many students by living the scholastic experience with discomfort and suffering. Not only do many students not go to school willingly, but many teachers also minimize their commitment and contribution to the lives of these boys and girls, during their school lifetime”(Argentin, 2018).
Yet again, the emotions that teachers experience are among the first causes of the effectiveness of their work. In a misleading way, it was always thought that everything that was cognitive stepped far away from what is emotional, however, on the contrary, at neurophysiological level it is shown that the circuit with which the subjects think and act is always a connected circuit, therefore there is no act of mental life that is not both understanding and emotion. The emotions, known as an ancient system of our brain, work to accordingly self-react to the environment to defend or activate our responses. This is one of the main reason why if one learns with a doctrine of fear (such as “the fear of making mistakes”), the survival instinct in the subject will react by pushing him/her to flee from actions and facts that would cause discomfort and suffering; reason why is required to have an educator, non judge but allied with his student against error.
Negative emotions, rather than just influencing the behavior and communicative directions of teacher, can also lead to serious psychological disorders, such as the “burnout” syndrome. This disease related to emotional exhaustions, has a very serious backlash on the physical and mental level of the person involved. The job of teacher is a branch of the “helping professions”, which means that the consequences determined by the burnout syndrome would lead to have negative impacts also in the subjects involved in the care relationships, in this case the students.
Bringing this conclusion up to practical terms, and analyzing how the mentioned emotions work and react inside the “classroom”, it was given to teachers operating in a school institute in Mantova, a metacognitive questionnaire, re-elaborated on the basis of the one already in the market “MESI, motivations, emotions, strategies of teaching” published by Erickson by A,. Moè F.Pazzaglia and G. Friso (2010) and the questionnaire by Giuseppe Vadalà (2010) “The thought of teachers”.
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