Riassunto analitico
Concentrandosi su alcuni testi rappresentativi di quattro drammaturghe britanniche del secondo Novecento, il presente elaborato si propone di analizzare i diversi modi in cui l'identità di genere, determinata da condizionamenti socio-culturali, trovi un luogo di espressione privilegiato nel teatro femminile contemporaneo. Caryl Churchill, Pam Gems, Sarah Daniels e Marcella Evaristi vivono in un'epoca di grandi sconvolgimenti politici e sociali. L'elezione di Margaret Thatcher come primo ministro inglese nel 1978, le prime leggi sull'aborto e sul divorzio, la nascita dei gender studies e degli women studies negli anni settanta, segnano momenti chiave per contestualizzare l'importanza assunta dalla questione femminile nella seconda metà del novecento. Il femminismo, che nasce nel 1792 con l'opera A Vindication of the Rights of Woman di Mary Wollstonecraft, si diffonde e concretizza in movimenti e azioni politiche solo a partire dagli anni Sessanta, quando è messa in discussione l'identità della donna così come era stata tramandata di generazione in generazione. Nelle loro opere, le drammaturghe al centro del presente studio trattano questioni di genere, concentrandosi sulla costruzione dell'identità della donna e l'imposizione di ruoli prestabiliti da parte della società, fornendo un quadro assai variegato e spesso anche contraddittorio dell'universo femminile. Churchill, accanita sostenitrice dei diritti delle donne, mette in scena alcune delle più intricate problematiche del mondo contemporaneo, lasciando in sospeso qualsiasi soluzione o risposta, mentre lancia una dura critica contro le ingiustizie e disuguaglianze prodotte dal patriarcato e dal capitalismo occidentale della fine del XX secolo. In Top Girls, l'autrice indaga alcuni degli stereotipi di genere più controversi, cercando di sovvertire il mito della donna di successo come una donna a metà o una madre mancata. Pam Gems tenta di ricostruire il ruolo della donna nella società dipingendo un'immagine dell'identità femminile variegata, multiforme e frammentata. In Dusa, Fish, Stas and Vi è rappresentata una comunità di donne che esprimono diversi punti di vista e scelte di vita. Tuttavia le protagoniste sono solidali l'una con l'altra in quanto condividono la medesima battaglia per sopravvivere in un “male-world” e trovare, quindi, il delicato equilibrio tra ruolo pubblico e privato. Sondando il terreno dei diritti civili e umani, anche Sarah Daniels si può collocare nel teatro politico femminista degli anni ottanta e novanta. In Masterpieces essa pone sotto accusa una delle forme più subdole di violenza esercitata dagli uomini ai danni delle donne: la pornografia. In particolare, Daniels sottolinea la correlazione tra il potere fisico e sessuale degli uomini sulle donne e i poteri istituzionali, tra i quali si possono menzionare quello giuridico, religioso e medico, che proteggono e garantiscono il dominio maschilista nella società. Marcella Evaristi, scozzese di nascita ma figlia di genitori italiani, mostra come l'individuo sia forgiato dalla società in cui vive, mettendo in scena la dialettica tra sfera pubblica e privata e coniugando la ricerca di una propria identità di genere con la ricerca di un'identità nazionale. In Commedia, la famiglia diventa luogo di conflitti e tensioni, dove la protagonista, Elena, vedova e madre di due figli, tenta di ricostruirsi una vita cercando di raggiungere la propria realizzazione personale e sessuale. Tutte le autrici esaminate mettono in discussione una visione codificata della donna secondo parametri imposti da sistemi ideologici maschilisti, mostrando come l'identità di genere non sia altro che un costrutto sociale e culturale soggetto al cambiamento.
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Abstract
This thesis aims to study the complex issue of how society constructs gender identity by looking at a series of plays written by some contemporary British women dramatists.
Caryl Churchill, Pam Gems, Sarah Daniels e Marcella Evaristi live in a period of radical political and social changes. The election of Margaret Thatcher as Prime Minister in 1978, the first abortion and divorce laws, the emergence of gender studies and women studies in the seventies, are, among others, key elements to contextualize the relevance of feminist issues in the second half of the twentieth century. Feminism, which was born in 1792 with A Vindication of the Rights of Woman by Mary Wollstonecraft, develops and realizes its central objectives in movements and political actions starting from the sixties, and precisely originates from the challenge of woman identity that has been handed down from generation to generation.
In their works, the playwrights selected focus on gender issues amounting, in particular, to the troubled construction of woman identity and the imposition of prearranged roles. Each play provides an extremely variegated and often contradictory picture of the feminine world.
Churchill, a tenacious supporter of women rights, stages some of the most intricate problems of the contemporary era, deliberately omitting definitive solutions or answers, in order to express a hard critique towards the injustices and inequalities produced by patriarchy and Western capitalism at the end of the twentieth century. In Top Girls, she investigates some of the most controversial gender stereotypes, trying to undermine the myth of the successful woman as a half-woman or a missed mother.
Pam Gems, who refuses to be restrictively defined as “feminist”, tries to recreate a social role for women by painting a pluralistic and fragmented picture of woman identity. In Dusa, Fish, Stas and Vi she represents a community of women who express different points of view and life choices. However, the protagonists are sympathetic with one another because they share the same battle to survive in a “male-world”; eventually, at least some of them will find the delicate balance between private and public roles.
Exploring the field of civil and human rights, also Sarah Daniels can be placed within the feminist political theatre of the eighties and nineties. In Masterpieces, which has been considered her most successful but also controversial play, she blames one of the most deceitful form of violence against women: pornography. Specifically, Daniels highlights the relationship between physical and sexual power of men upon women and institutional, legal, religious, medical powers, which protect and guarantee male supremacy in society.
Marcella Evaristi, who was born in Scotland but is daughter of Italian parents, shows interest in the way the individual is shaped by the society in which he/she lives, therefore staging the dialectics between public and private sphere and combining the search for a gender identity with that for a national one. In Commedia, the family is regarded as an arena of conflicts and tensions, where the protagonist, Elena, widowed and mother of two sons, tries to reinvent her life aiming at individual and sexual fulfillment.
All the authors examined challenge the idea of women roles fixed by male systems and ideologies, underlining that gender identity is a social and cultural construct open to change.
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