Riassunto analitico
ABSTRACT
L’obiettivo primario della ricerca è quello di definire alcuni dei meccanismi che stanno alla base della formazione dell’umorismo che permea interamente il genere televisivo della situation comedy e di studiarne le modalità di percezione da parte dello spettatore. Il primo capitolo è incentrato sulla descrizione delle caratteristiche che maggiormente definiscono il genere della situation comedy, con particolare attenzione rivolta alla descrizione del modello partecipativo che sottostà alla relazione che lo spettatore intesse con la struttura della sitcom e i suoi protagonisti. Inoltre, parte del capitolo è destinata alla descrizione del personaggio di Sheldon Cooper, uno dei protagonisti della sitcom statunitense The Big Bang Theory, che costituisce il fulcro dell’analisi svolta nei capitoli successivi. Il secondo capitolo contiene la descrizione della "Semantic Script Theory of Humour" (SSTH) di Victor Raskin, la quale è basata sulla codifica di scripts opposti che, il famoso linguista sostiene, una volta identificati determinano la buona riuscita e corretta interpretazione di una battuta umoristica. Tale teoria è poi rivisitata alla luce della sua interpretazione da parte dello studioso Alan Partington e in vista dell’aggiunta, da parte di quest’ultimo, della nozione di “mental model” e di tre fondamentali meccanismi per la risoluzione delle incongruenze generate dalla percezione di diversi scripts (o mental models) all’interno del testo umoristico. Inoltre, alcune figure stilistiche rintracciabili nei testi di natura comica saranno prese in considerazione e inserite nell’analisi. Alla luce di ciò, quattordici stralci di conversazione tra Sheldon e gli altri protagonisti di The Big Bang Theory saranno selezionati dalla terza stagione della sitcom e analizzati applicando l’interpretazione della SSTH fornita da Partington e tenendo in considerazione le figure stilistiche presentate, cercando in questo modo di comprendere perché esattamente gli enunciati prodotti da Sheldon provocano il riso e in che modo sono interpretati dagli spettatori. Il terzo capitolo è invece dedicato all’esplorazione del fenomeno linguistico della “impoliteness", poiché ritenuto uno dei dispositivi più efficaci per la produzione dell’umorismo nella situation comedy in oggetto. Maggiormente utilizzata per l’analisi, è la Teoria della Scortesia (Theory of Impoliteness) di Jonathan Culpeper, attraverso la quale lo studioso ha cercato di spiegare il ruolo svolto dalla scortesia all’interno della comunicazione umana. La teoria di Culpeper sarà poi integrata con i concetti di “positive face” e “negative face” introdotti da Penelope Brown e Stephen Levinson e con le definizioni di “relational work”, “experiential norms” e “social norms”, “rudeness” e “power” introdotte dallo stesso Culpeper. La teoria sarà poi applicata a undici stralci di conversazione tra Sheldon e gli altri protagonisti di The Big Bang Theory e si cercherà di comprendere il ruolo giocato dalla scortesia nella formazione dell’umorismo nella sitcom in oggetto.
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Abstract
ABSTRACT
The primary scope of this dissertation is to identify some of the pragmatic mechanisms that underlie the formation and perception of humour in situation comedies and try to apply them to a corpus formed by communicative exchanges between Sheldon, one of the main characters of the American sitcom The Big Bang Theory, and his friends and colleagues in order to understand what kind of humour arises and for what reasons the audience interpret certain instances as humorous.
Chapter One revolves around the description of the main features that characterize sitcom. In particular, attention is given to the description of the audience’s participation framework, in order to understand how the audience approaches the vision of the sitcom. Furthermore, part of the chapter is devoted to the description of Sheldon Cooper, who is the very focus of the dissertation.
Chapter Two contains the description of Raskin’s Semantic Script Theory of Humour (SSTH), which claims that jokes are formed by two overlapping and opposing scripts, whose codification should determine the correct interpretation of the joke. SSTH will then be supplemented by Alan Partington’s concept of “mental model” and his three mechanisms for the resolution of incongruities generated by humorous texts. Furthermore, an array of stylistic figures commonly used in comic discourse are taken into consideration and explained. In the light of this, and in order to understand why Sheldon’s utterances provoke laughter and how they are interpreted by the participants, fourteen excerpts of communication between Sheldon and the other characters will be selected and analysed according to Partington’s revision of the SSTH and considering the stylistic figures explained.
In Chapter Three the phenomenon of “impoliteness” is explored in depth, for it is considered one of the most effective devices for the creation of humour in the sitcom in object. The contribution to the impoliteness framework that is majorly taken into consideration is Culpeper’s Impoliteness Theory, by means of which he has tried to explain the use of impoliteness in human communication. Culpeper’s theory will be integrated by Brown and Levinson’s concepts of “positive face” and “negative face”, and by the definitions of “relational work”, “experiential norms” and “social norms”, “rudeness” and “power”, that have been introduced by Culpeper himself. The theory will then be applied to eleven excerpts of communication between Sheldon and the other characters in order to understand how impoliteness can engender hilarious outcomes.
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