Riassunto analitico
L’elaborato si propone di indagare il ruolo della scuola dell’infanzia rispetto a due temi fondamentali nell’educazione alla libertà: il gioco di finzione e lo sviluppo dell’identità di genere. Il primo capitolo tratta il tema relativo alle scuole dell’infanzia e al contesto socio-culturale all’interno del quale operano. In particolare vengono riassunte le indicazioni curricolari e gli aspetti relativi alla didattica e alla progettazione degli interventi formativi. Il secondo capitolo tratta l’importanza teorica che il gioco di finzione ricopre nei contesti educativi e la necessità di sostenere e promuovere tale attività ludica. In seguito, attraverso l’illustrazione della scala scala SVALSI, viene documentata la possibilità di osservare e valutare la qualità del gioco simbolico. Infine vengono esposti riferimenti teorici circa l’importanza del gioco di gruppo tra coetanei e le possibilità offerte dall’intervento di un tutor adulto durante le attività ludico-simboliche. Il terzo capitolo contiene i principali riferimenti teorici in merito alla costruzione dell’identità di genere. In particolare vengono trattati i temi relativi a ruoli e stereotipi di genere, vengono inoltre riportati alcuni studi empirici volti a comprendere tali costrutti. Il quarto capitolo contiene una serie di osservazioni raccolte all’interno della scuola dell’infanzia “La Ginestra” di Poviglio allo lo scopo di indagare il ruolo di spazi e materiali rispetto ai temi del gioco di finzione e degli stereotipi di genere. Il campione preso in esame ha un’età compresa tra i tre e i quattro anni. Nella prima sezione esaminata prevalgono spazi e materiali non strutturati, quali oggetti di riciclo, forme geometriche in vari materiali e costruzioni; inoltre l’attività ludica è soggetta a regole che impongono ai bambini la formazione di gruppi di gioco e la scelta degli spazi da occupare durante tale attività. Queste condizioni determinano un gioco di finzione ricco di variazioni nell’attribuzione di significati agli oggetti e di identità da parte dei bambini, abbiamo quindi deciso di proporre queste osservazioni attraverso la narrazione degli eventi più significativi. Dall’analisi dei dati non è possibile rilevare alcun evento narrativo condiviso dall’intero gruppo di gioco, questo può derivare dalle ancora scarse competenze in termini di cooperazione; in questo caso potrebbe rivelarsi utile l’intervento dell’adulto in qualità di tutor. Tuttavia alcuni eventi osservati denotano l’utilizzo di capacità avanzate, in quest’ottica si può ipotizzare che il continuo esercizio del gioco simbolico in gruppo abbia contribuito a sviluppare tali capacità. La seconda sezione è invece caratterizzata dalla presenza di un ambiente denominato “Casetta” che contiene giocattoli relativi alla cucina e alla cassetta degli attrezzi, inoltre i bambini possono sposarsi liberamente tra gli ambienti. Si è quindi cercato di comprendere le preferenze di maschi e femmine rispetto all’utilizzo degli spazi disponibili e l’influenza che l’ambiente riveste nella scelta delle attività di gioco. I risultati evidenziano la tendenza ad occupare spazi strutturati corrispondenti alle aspettative stereotipiche di genere. I dati relativi alla manifestazione di comportamenti stereotipici e controsterotipici mostrano un sostanziale equilibrio tra maschi e femmine. La valutazione del gioco di finzione mediante l’utilizzo della scala SVALSI rivela che la maggioranza dei comportamenti ludici attuati con l’ausilio di materiali strutturati mostra un utilizzo prototipico degli oggetti di gioco, che corrisponde al livello più basso della capacità di decontestualizzazione. I dati raccolti permettono di avanzare alcune ipotesi relative all’influenza dei contesti sulle manifestazioni di comportamenti di gioco più e meno evoluti, e inoltre anche sul rapporto tra appartenenza di genere e condotta ludica.
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