Riassunto analitico
Secondo le raccomandazioni dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), i pazienti a rischio di sviluppare epatocarcinoma (HCC) dovrebbero essere inseriti in programmi di sorveglianza per la diagnosi precoce del tumore con ecografia ogni sei mesi. Nei pazienti con cirrosi epatica, la sorveglianza ecografica semestrale consente di evidenziare il tumore di piccole dimensioni e, pertanto, in fase precoce. Questo si traduce in una maggior possibilità di accedere a cure radicali (trapianto -OLT-, resezione), piuttosto che a trattamenti palliativi (chemioembolizzazione (CEAT), ablazione a radiofrequenze (RF), Sorafenib ecc..) con possibilità di migliorare la sopravvivenza. Tuttavia recentemente è stato messo in discussione il ruolo della sorveglianza ecografica semestrale nei pazienti con cirrosi epatica a rischio di sviluppare HCC per quanto riguarda la sopravvivenza.
Questa tesi si pone l'obiettivo di rivalutare il ruolo della sorveglianza ecografica nel monitoraggio della cirrosi epatica per l'insorgenza del carcinoma epatocellulare in una casistica retrospettiva monocentrica decennale seguita presso la Medicina I dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena.
La ricerca è stata eseguita in modo retrospettivo sulle cartelle cliniche e sui database informatizzati dei sistemi di diagnostica per immagini (SyncroMed) dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena. Sono stati delineati due gruppi di pazienti: il gruppo A che ha eseguito un’ecografia addome superiore semestrale e il gruppo B che non l'ha eseguita. Per tutti i casi esaminati sono stati raccolti gli agenti causali, le comorbidità, i dati biochimici e strumentali riportati in cartella, i trattamenti eseguiti. Per i pazienti che hanno sviluppato HCC, si sono considerati: numero di noduli alla diagnosi, dimensioni della lesione, terapia dell'epatocarcinoma, recidiva di HCC, sopravvivenza.
Nel gruppo sottoposto a regolare screening si sono individuate lesioni più piccole e un maggior numero di pazienti ha usufruito del trapianto fin dall’inizio e anche dopo un trattamento loco-regionale di down-staging del tumore (23,5% vs 8,33%). Non si sono osservate variazioni significative in termini di sopravvivenza.
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