Riassunto analitico
I pazienti con sindrome coronarica acuta presentano tassi di mortalità a breve termine aumentati rispetto ai pazienti con cardiopatia ischemica stabile. Nell’ambito delle Sindromi Coronariche Acute, l’Infarto Miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST è quello che si accompagna alla prognosi peggiore. Negli ultimi anni sono emersi una serie di fattori di rischio di prognosi avversa, in grado di spiegare la differenza di mortalità che pure si osserva all’interno della stessa popolazione ricoverati per infarto miocardico acuto (ST sopra). La patologia multivasale appare correlata ad un tasso più elevato di disfunzione ventricolare sinistra, ad un alto rischio di riperfusione sub-ottimale dopo PCI, e in casi particolari può anche evolvere in Shock Cardiogeno. Appare meno conosciuto il tasso di patologia multivasale in funzione del valore dei parametri vitali, frequenza cardiaca e pressione arteriosa sistolica, frequentemente alterati in corso di shock. Il presente studio si pone l’obiettivo di individuare, in pazienti affetti da Infarto Miocardico Acuto STEMI, i principali fattori in relazione alla valutazione angiografica monovasale, bivasale e trivasale, con particolare riferimento alla correlazione esistente con i valori numerici della Frequenza Cardiaca e di Pressione Arteriosa Sistolica.
Sono stati inclusi nel presente studio 562 pazienti consecutivi con diagnosi di Infarto Miocardico Acuto (ST sopra), sottoposti ad intervento di p-PCI presso l'emodinamica del reparto di cardiologia del Policlinico di Modena, in un periodo di osservazione che va dal 1/4/2011 al 31/12/2014. I principali parametri misurati all’ingresso in sala di emodinamica sono stati i valori numerici dei parametri vitali nonché la frazione di eiezione del ventricolo sinistro. Per ciascun paziente è stato ricavato il tempo tra esordio dei sintomi e ricovero. Infine sono stati acquisiti i dati dei referti angiografici e i dati relativi alla mortalità a 30 giorni dall’evento ischemico.
Dall’analisi statistica il principale fattore prognostico nella popolazione in esame risulta la frazione di eiezione, con un OR=2,35 (SE=0,73) con un IC95%=1,28-4,34 (P=,0006). Un altro importante fattore di prognosi è l’età, con una media di 65,2±13,4 anni nel gruppo di pazienti vivi vs una media di 70,6±14,7 anni nel gruppo di pazienti morti a 30 giorni (p=0,0071). L’età correla inoltre con il riscontro angiografico di patologia multivasale, con p=0,0031. Mentre valori alterati di Pressione arteriosa sistolica sono associati ad un aumentato rischio di morte a 30 giorni (p=0,015) né i valori di pressione arteriosa sistolica né quelli di frequenza cardiaca si sono dimostrati in grado di predire il riscontro di patologia multivasale.
I risultati della presente ricerca suggeriscono che livelli ridotti di frazione di eiezione all’ingresso in sala di emodinamica sono significativamente in relazione con la prognosi a 30 giorni nei pazienti con Infarto Miocardico Acuto (ST sopra). I valori di frequenza cardiaca e di pressione arteriosa sistolica non sembrano predire il rischio di patologia multivasale in pazienti con Infarto Miocardico Acuto (ST sopra), mentre si osserva un aumento del rischio di malattia multivasale all’aumentare dell’età.
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