Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi offre una panoramica sul settore moda italiano e prende in analisi, attraverso un excursus sulle realtà distrettuali, l’evoluzione e la struttura del distretto tessile abbigliamento di Carpi. In particolare sono stati oggetto di studio i princìpi fondamentali del marketing della moda, gli strumenti di comunicazione e il mondo della marca e del consumatore, premesse essenziali per capire le dinamiche interne al sistema moda. Sono poi stati presentati i dati relativi al settore tessile abbigliamento a livello nazionale e locale prendendo in analisi le diverse realtà distrettuali. Infine si è voluto approfondire il distretto tessile abbigliamento di Carpi, attraverso la presentazione delle imprese di subfornitura e le imprese finali del distretto. Grazie alla vasta bibliografia recuperata, e all'aiuto di Daniela Bigarelli, ricercatrice che ha curato l’Osservatorio del settore tessile abbigliamento nel distretto di Carpi, è stato possibile presentare un’analisi completa della realtà distrettuale alla luce della sua evoluzione e dello scenario attuale. Abbiamo potuto costatare che ciò che ha caratterizzato le realtà distrettuali, in particolare quelle del settore tessile legate ad un comparto in rapida evoluzione, che hanno fatto conoscere a tutto il mondo il valore del Made in Italy, è sempre stato il contemperamento tra tradizione e innovazione, in base al quale la produzione si inserisce in un contesto territoriale specifico che definisce meccanismi e dinamiche di sviluppo e allo stesso tempo ricerca costantemente nuovi stimoli per migliorarsi e nuove sperimentazioni in ambito innovativo. Negli ultimi quindici anni però il sistema produttivo italiano ha dovuto affrontare nuove sfide che nascono dall'evoluzione dello scenario mondiale, dalla competitività di nuove aree e soprattutto dalla crisi economica che dal 2008 ha portato ad un periodo di grande recessione in tutti i mercati mondiali. In questo scenario va inserito il distretto tessile-abbigliamento di Carpi, che come tutti gli altri distretti nazionali, negli ultimi anni ha subito un forte ridimensionamento in termini di imprese, fatturato e numero di addetti. In particolare è emerso che le imprese medio-grandi e maggiormente strutturate hanno potuto contare sulle politiche di decentramento produttivo in aree a minor costo e sui guadagni dell’export, con fatturati in costante crescita, mentre quelle medio-piccole hanno subito maggiormente gli effetti della crisi essendo più legate al mercato interno e poco conosciute sui mercati esteri. In questa ottica il futuro del made in Italy viene messo a dura prova, perché se da un lato viene riconosciuto e apprezzato nel mondo grazie al successo di alcuni grandi marchi, dall'altro viene confutata la propria autenticità, intaccata dalle politiche di delocalizzazione, e le piccole e medie imprese, cuore del made in Italy e da sempre produttrici di un prodotto cento per cento italiano, faticano a stare a galla in un mercato sempre più veloce e globalizzato.
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