Riassunto analitico
Le fratture di femore distale nell’anziano rappresentano l’1% del totale e il 3-6% delle fratture femorali. L’incidenza di questo tipo di fratture è in aumento vista la crescita dell’età media della popolazione generale.
Lo scopo dello studio è di valutare le differenze in termini di guarigione e complicanze del trattamento delle fratture di femore distale con placca e viti confrontando l’utilizzo di due materiali differenti, titanio e acciaio non ferromagnetico.
È stato impostato uno studio retrospettivo osservazionale per il quale si è redatto un database con raccolta della casistica presso l’Ospedale Civile di Baggiovara dal 2006 al 2021. Il razionale è stato quello di sfruttare il cambio di materiale avvenuto nel 2010, in cui si è verificato l’abbandono del titanio e l’introduzione dell’acciaio e di confrontare l’andamento di fratture e complicanze, tenendo in considerazione le caratteristiche individuali dei pazienti a parità di equipe chirurgica. Il criterio di inclusione anagrafico è stato scelto in base alla definizione di anziano secondo OMS ovvero 65 anni al momento della frattura.
Si sono raccolti i dati di 113 pazienti, considerando i due gruppi, i pazienti sintetizzati con acciaio sono mediamente più anziani rispetto a quelli sintetizzati in titanio. Le tipologie di frattura, classificate secondo criteri AO sono invece paragonabili, questo perché i due materiali sono stati utilizzati in periodi differenti. Sono state fatte considerazioni sul tipo di frattura sulla base del traumatismo che le avesse causate, quindi traumi singoli o politraumi. Si è valutata l’esposizione, la stabilizzazione temporanea in fissatore esterno. È stato considerato il tipo di accesso chirurgico, Open o MIPO(Minimally Invasive Plate Osteosynthesis), la necessità di trasfusioni, la lunghezza e il materiale della placca utilizzata, eventuali errori chirurgici e mortalità ad 1 anno. Nei controlli successivi si è valutato il consolidamento radiologico della frattura, complicanze generali e specifiche ortopediche, nello specifico si è posta l’attenzione sugli eventi di pseudoartrosi e di infezione sempre confrontando i due materiali.
Dal confronto si è osservata una lieve riduzione della mortalità ad un anno nel gruppo acciaio, nonostante l’età maggiormente avanzata rispetto al titanio, è stata inoltre riscontrata una riduzione dei tempi di guarigione nel gruppo acciaio.
Nonostante la necessità di utilizzare placche più lunghe in acciaio provochi uno scollamento maggiore di tessuti e una maggior incidenza di trasfusioni, il tempo di guarigione non aumenta, ma bensì si riduce, assieme alla mortalità ad un anno. Il tipo di accesso open non determina un significativo aumento delle trasfusioni, e si trova associato maggiormente ai politraumi. Considerando le complicanze, la pseudoartrosi non si associa al materiale e nemmeno alla fissazione esterna temporanea a ponte. Si ritrova invece associata ai politraumi ed in particolare al tipo di fratture intra-articolari. Le infezioni sono state riscontrate in minima percentuale sul totale dei casi e non si associano ad un materiale nello specifico, si correlano alla stabilizzazione temporanea con fissatore esterno.
La casistica completa seppur limitata si inserisce nel contesto della letteratura scientifica internazionale rimanendo in accordo con essa.
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