Riassunto analitico
Nell’ultimo decennio un numero sempre maggiore di studiosi ha contribuito a sollecitare un cambio di paradigma nell’ambito della linguistica educativa volto a mettere in discussione l’approccio monolingue, il quale predilige l’immersione totale nella lingua target. Ciò che questo nuovo paradigma propone è di sostenere l’utilizzo di pratiche plurilingui (o translinguistiche) che permettano agli allievi di ricorrere al loro intero repertorio linguistico, e quindi al loro intero bagaglio di conoscenze, per affrontare il percorso scolastico e, in senso più ampio, per facilitare i processi di costruzione della loro identità. Il termine translanguaging, molto diffuso in ambito nordamericano, si riferisce all’uso dinamico di tutte le risorse linguistiche di un apprendente/parlante bi-plurilingue. Il translanguaging definisce, più che una teoria, una pratica osservabile nei soggetti bi-plurilingui, i quali utilizzano - a seconda del compito, dell’interlocutore e/o della situazione - con flessibilità, una lingua o l’altra: le due o tre lingue sono usate per comunicare, interpretare il mondo e il loro utilizzo ibrido avviene in maniera sistematica e strategica. In questo senso, il translanguaging va al di là del semplice fenomeno del code-mixing o code-switching: come notano le linguiste Monica Heller (1999) e Ana Celia Zentella (1997), può includere conversazioni parallele, vale a dire due persone che parlano contemporaneamente in due lingue, uno in una lingua, l’altro nell’altra; come nota il pedagogista Jim Cummins (2000), a scuola comprende usi strategici di più lingue da parte degli allievi per acquisire informazioni oppure appropriarsi di idee complesse (leggere un testo in una lingua e scriverne il riassunto in un'altra, condurre una discussione in una lingua e leggere in un'altra, scrivere la bozza di un piccolo saggio in una lingua e poi tradurlo e scriverlo tutto in un’altra). A partire dall’osservazione delle pratiche di translanguaging spontanee, la densa letteratura internazionale di settore, ha favorito lo sviluppo e la diffusione di pratiche didattiche inclusive e rispettose dei diritti linguistici degli studenti con background migratorio, in una cornice di legittimazione educativa e simbolica del plurilinguismo.
L’elaborato è suddiviso in tre capitoli: il primo è dedicato all’approfondimento della prospettiva interculturale, cornice epistemologica entro la quale si sviluppa il lavoro, con particolare riguardo ai paradigmi per l’inclusione nella complessità e alle politiche educative interculturali in Italia; in seguito, il concetto di plurilinguismo è approfondito analizzando i repertori linguistici, la differenza con il multilinguismo, le indicazioni fornite dal MIUR rispetto alla gestione del plurilinguismo in classe, la presenza degli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano, l’apprendimento bilingue, l’italiano L2 e l’educazione plurilingue; infine, si presenta l’approccio del translanguaging, argomento ancora poco studiato in Italia, spiegando come si sia sviluppato in ambito bilingue, illustrando il concetto di languaging e le cosiddette named languages, per poi porsi come possibile pratica didattica inclusiva in contesto educativo, presentando le indicazioni fornite dal Consiglio d’Europa rispetto alla gestione del plurilinguismo a scuola e riportando alcune esperienze recenti di didattica plurilingue innovativa a livello italiano.
|
Abstract
In the last decade, an increasing number of scholars has contributed to solicit a paradigm shift in the field of educational linguistics to question the monolingual approach, which favors total immersion in the target language. This new paradigm supports the use of plurilingual (or translinguistic) practices that allow students to use their entire linguistic repertoire, and therefore their entire wealth of knowledge, to tackle the school path and, in a broader sense, facilitate processes of building one's own identity. The term translanguaging, very widespread in North America, refers to the dynamic use of all the linguistic resources of a bi-plurilingual learner/speaker. Translanguaging defines, more than a theory, a practice observable in bi-plurilingual subjects, who use - depending on the task, the interlocutor and/or the situation - with flexibility, one language or the other: the two or three languages are used to communicate, interpret the world and their hybrid use occurs in a systematic and strategic way. In this sense, translanguaging goes beyond the simple phenomenon of code-mixing or code-switching: as linguists Monica Heller (1999) and Ana Celia Zentella (1997) note, it can include parallel conversations, i.e. two people speaking in two languages at the same time, one in one language, the other in the other language; as pedagogist Jim Cummins (2000) observes, at school it includes multilingual strategies on the part of students to acquire information or appropriate complex ideas (reading a text in one language and writing the summary in another, conducting a discussion in one language and reading in another, to write a draft of a small essay in one language and then to translate and write everything in another). Starting from the observation of the practices of spontaneous translanguaging, the dense international literature in the sector has favored the development and dissemination of inclusive teaching practices that respect the linguistic rights of students with a migratory background, in a framework of educational and symbolic legitimacy of plurilingualism.
The document is divided into three chapters: the first is dedicated to the deepening of the intercultural perspective, the epistemological framework within which the work develops, with particular regard to the paradigms for inclusion in complexity and intercultural educational policies in Italy; afterwards, the concept of plurilingualism is explored by analyzing the linguistic repertoires, the difference with multilingualism, the indications provided by MIUR regarding the management of plurilingualism in the classroom, the presence of foreign students in the Italian school system, bilingual learning, Italian as a second language and plurilingual education; finally, the approach of translanguaging, a subject still little studied in Italy, is presented explaining how it developed in the bilingual field, illustrating the concept of languaging and the so-called named languages, and then presenting itself as a possible inclusive teaching practice in an educational context, illustrating the indications provided by the Council of Europe regarding the management of plurilingualism at school and reporting some recent experiences of innovative plurilingual teaching at the Italian level.
|