Riassunto analitico
Dan Olweus definisce il bullismo come quella forma di violenza ripetuta nel tempo che ha lo scopo di danneggiare il singolo o un gruppo di individui. L’attenzione della società e della comunità scientifica verso il bullismo è aumentata al crescere dei gravi casi di cronaca che hanno scosso l’opinione pubblica. Prima di ciò, il bullismo veniva visto come un rito di passaggio funzionale alla crescita e al rafforzamento del singolo individuo. Lo scopo dell’elaborato è di capire se si sta facendo abbastanza e cosa si può ancora fare per contrastare il bullismo. Si analizzano le caratteristiche del fenomeno, gli effetti, la diffusione in Italia, la normativa, e gli strumenti preventivi e di contrasto. Dall’analisi della normativa emerge come un cambiamento della società nell’approccio al bullismo ci sia stato ma non è abbastanza. Molti studiosi del diritto sottolineano le lacune presenti nella legge dando prova che la strada davanti a noi nel raggiungere la piena tutela è ancora lunga. Gli stessi strumenti preventivi e di contrasto prevedono che la vittima o chi assiste alle prepotenze ne parli con un adulto. Raramente ciò avviene come dimostrato dalla ricerca ISTAT del 2015. La vittima prova vergogna sentendosi addirittura responsabile delle angherie subite e ritiene inutile rivolgersi al genitore o all’insegnante. Il silenzio, ma soprattutto l’omertà, che avvolge il bullismo sono aspetti da combattere. Bisogna agire sulla mentalità dei singoli individui per apportare un cambiamento e aspirare, non solo ad un paese dove queste molestie non abbiano luogo, ma anche ad un Italia dove questi casi, se hanno luogo, vengono denunciati e tutelati adeguatamente dalla scuola e dalla legge.
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