Riassunto analitico
La sclerosi sistemica (SSc) è una malattia sistemica cronica del tessuto connettivo che provoca fibrosi a carico della cute e degli organi interni, causa alterazioni a livello del microcircolo e determina una complessa attivazione del sistema immunitario. L’eziologia della SSc non è nota, ma indubbiamente i meccanismi fisiopatologici alla base sono il risultato di processi multistep e multifattoriali quali la predisposizione genetica, gli episodi infettivi e l’esposizione a sostanze tossiche. A livello cardiaco la SSc può generare sia alterazioni ischemiche, sia alterazioni a livello del miocardio, che del pericardio; inoltre il processo fibrotico può dare alterazioni a livello del tessuto di conduzione, fenomeno che, insieme ad un disturbo del sistema nervoso autonomo, può generare aritmie.
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare i dati epidemiologici, le caratteristiche cliniche correlate ad alterazioni del ritmo cardiaco di pazienti affetti da SSc mediante ECG-Holter 24 h; scopi secondari sono stati quello di valutare l’importanza della diagnosi precoce, di uno stretto follow-up del malato, verificare l’esistenza di una possibile correlazione tra parametri clinici, laboratoristici e strumentali e l’insorgenza di impegno cardiaco (con turbe aritmiche) e valutare infine l’importanza di alcuni “biomarkers” correlati con lo sviluppo e severità dell’aritmia.
Sono stati inclusi nello studio 72 pazienti (65 femmine e 7 maschi) affetti da SSc afferenti alla SSc UNIT della Reumatologia dell’AOU di Modena e 54 pazienti come gruppo controllo (49 femmine e 5 maschi) che avevano avuto l’indicazione ad eseguire ECG Holter a causa di alterazioni del ritmo cardiaco di genesi non ischemica.
I risultati del nostro studio non hanno riportato differenze significative tra malati SSc e controlli per quanto riguarda la frequenza cardiaca massima, media e minima. I pazienti con SSc tendevano però ad avere valori di frequenza cardiaca più elevati. Allo stesso modo la presenza di extrasistolia ventricolare risultava più frequente nei pazienti con SSc, tuttavia dato l’ampio range di deviazione standard tale dato non è risultato statisticamente significativo. Episodi di fibrillazione atriale sono stati riportati in 5 pazienti (7%) ed in nessun controllo; data l’esiguità dei numeri, non è stata effettuata l’analisi della significatività statistica, ma è comunque un dato che merita di essere ulteriormente indagato. Episodi di tachicardia sopraventricolare sono stati evidenziati in 9 casi (12,5%) e 5 controlli (9%); anche in tal caso, data l’esiguità dei numeri, non è stata effettuata l’analisi della significatività statistica. Gli episodi di tachicardia sopraventricolare risultavano di più lunga durata nei pazienti affetti da sclerosi sistemica (9,1 battiti vs 1,0 battiti) rispetto al gruppo controllo. I pazienti con SSc registravano un numero più elevato di extrasistoli sopraventricolari (556,6+/-1566 battiti vs 143+/-284 battiti); in questo caso si osservava un trend verso la significatività statistica (p=0,058). La mancanza di una forte significatività statistica fra malattia aritmica e SSc è correlata al fatto che, nel presente studio, i pazienti facenti parte dei controlli avevano l’indicazione ad eseguire l’ECG-Holter per indagare la presenza di turbe aritmiche non ischemiche, per lo più palpitazioni; questi dati rendono i controlli soggetti sani intesi come “non affetti da SSc” e non come “non affetti da alcuna malattia”.
In conclusione possiamo comunque affermare che la SSc è una malattia che può dare un interessamento cardiaco predisponendo all’insorgenza di turbe aritmiche che richiedono uno stretto monitoraggio e follow-up in ambiente specialistico, fondamentali nella prognosi quo ad vitam del paziente.
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