Riassunto analitico
La ricomparsa del terrorismo, nella nuova forma di terrorismo internazionale, globale o “iper-terrorismo”, ha comportato, sul tema, repentini cambiamenti nelle disposizioni legislative nazionali ed internazionali, all’interno dell’ordinamento giuridico penale. Due formule ossimoriche hanno iniziato a tener banco nel dibattito della scienza penalistica e della politica internazionale: punizione del criminale “elevato” a nemico e guerra al nemico “degradato” a criminale; con la conseguenza che nei confronti di chi pone in essere fatti criminosi di un tale disvalore, al fine di rendere effettiva la tutela dei consociati, si è prospettata l’opportunità di utilizzare mezzi e strumenti di “lotta” particolarmente efficaci, che più che esprimere un’idea di punizione del reo, si orientano verso la mera prevenzione e neutralizzazione di un soggetto qualificato come “nemico”. Parte della dottrina ritiene che i caratteri del diritto penale del nemico siano già presenti nelle fattispecie di terrorismo. Ma è difficile comprendere un fenomeno talmente eterogeneo senza approfondire l’evoluzione storica e politica della legislazione antiterrorismo. Per questo motivo nella presente tesi nel primo capitolo mi occupo dei concetti di emergenza, lotta e soprattutto della possibile legittimazione oggi della categoria del nemico. Nel secondo capitolo la mia analisi si concentra sui cambiamenti legislativi avvenuti dapprima con il D.l. 374/2001 e 144/2005 per poi focalizzare l’attenzione sulle ultime modifiche legislative introdotte dal D.l 7/2015, sulle fattispecie caratterizzate da una forte anticipazione della punibilità ed analisi della sentenza n. 40699, 9 settembre 2015 della prima sezione della Corte di Cassazione. Nel terzo capitolo, grazie alle conoscenze acquisite durante il periodo di erasmus in Spagna, esamino in spagnolo le modifiche legislative introdotte in Spagna all’instaurarsi dell’emergenza del terrorismo di matrice islamica. La Spagna ha una lunga e sanguinosa storia in materia di terrorismo ed è paradossale pensare che ha adottato una delle legislazioni in materia di terrorismo più rigide d’Europa, solo con la minaccia del terrorismo jihadista e quando l’ETA non costituiva più una minaccia per la democrazia. Tale legislazione, soprattutto in seguito alle modifiche introdotte dalle LO 1/2015 e 2/2015 è costantemente criticata dalla dottrina che ritiene che determinate fattispecie non siano in linea con uno Stato democratico di diritto. La mia tesi si conclude con una comparazione tra i due ordinamenti e con le osservazioni su una possibile esistenza di fattispecie di lotta all’interno del diritto penale, la possibile loro configurazione in uno Stato democratico di diritto ed il rapporto di tali fattispecie con le garanzie ed i diritti fondamentali dei cittadini.
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