Riassunto analitico
L’epoca attuale è caratterizzata dall’incertezza, una crisi è sempre possibile, come un evento eccezionale, non prevedibile o non previsto, che produce effetti significativi che possono condizionare l’attività, il successo e persino l’esistenza di una organizzazione. Occorre cautelarsi organizzando procedure da attivare al verificarsi di un evento di tale portata per limitare gli effetti negativi, cogliendo le opportunità che, da una crisi, possono derivare. Una reputazione positiva che impiega tanto tempo per poter essere raggiunta, può essere distrutta in poche ore in caso non si intervenga adeguatamente. Il Crisis management è la disciplina che cerca le tecniche di corretta gestione di una crisi attraverso l’organizzazione preventiva con particolare attenzione per la comunicazione, fondamentale per fare la differenza tra il successo e l’insuccesso, tra un crollo e un rafforzamento della reputazione. La Pubblica Amministrazione, dopo venti anni di riforme, è oggi particolarmente attenta ai bisogni del cittadino e non può permettersi di trovarsi impreparata di fronte ad un evento critico che la possa coinvolgere. Con la Legge 225 del 1992 si è disciplinato il Servizio di Protezione Civile Nazionale evidenziando i Soggetti che devono intervenire in caso di eventi calamitosi identificando nel Sindaco del Comune interessato un ruolo di primaria responsabilità. Ci sono similarità tra i Piani di Emergenza previsti dalla Legge e i Piani di Crisi che suggerisce attivare il Crisis Management, nonché tra il Centro Operativo Comunale e il Crisis Team che prevede la tecnica manageriale, ma occorrerebbe che l’adempimento normativo fosse messo in atto incorporando anche le corrette tecniche operative utili in emergenza. Il terremoto del Maggio 2012 in Emilia-Romagna ha messo le Istituzioni Pubbliche in una situazione di emergenza alla quale non erano preparate. Gli strumenti previsti dalle norme si sono rivelati superficiali e inefficaci, si è dovuto inventare tutto dall’inizio. La responsabilità dell’emergenza è stata affidata al Presidente della Regione Vasco Errani, in qualità di Commissario straordinario, che si è avvalso dei Sindaci dei Comuni coinvolti attraverso un organismo appositamente costituito, il Comitato Istituzionale e di indirizzo per la ricostruzione, l’assistenza alle popolazioni colpite dal sisma, la piena ripresa delle attività economiche e il ripristino dei servizi pubblici essenziali. Si sono resi necessari numerosi provvedimenti, molte volte modificati. L’organizzazione della gestione si è delineata con il tempo, attraverso adeguamenti delle azioni alle esigenze manifestate. Le difficoltà sono state tante, a partire dal personale non preparato e formato nè assistito nel corso degli eventi, alle difficoltà organizzative per i molteplici operatori e organizzazioni coinvolti e la mole di lavoro da svolgere, alla comunicazione non sempre efficace. I tre Comuni scelti per l’analisi, scelti tra quelli maggiormente colpiti nelle Province di Ferrara, Bologna e Modena, hanno evidenziato sostanzialmente le stesse problematiche, anche se gestite in modo talvolta differente: Piani di Emergenza di scarsa utilità, inesistenza di procedure già previste e quindi necessità di improvvisare, problemi di coordinamento, poca attenzione agli aspetti comunicativi, anche interni. Problemi che si evidenziano anche oggi, dopo due anni, nel momento della ricostruzione post-sisma. Questi aspetti problematici possono essere almeno in parte evitati adottando le misure organizzative che prevede il Crisis Management per una corretta gestione della crisi e nelle Pubbliche Amministrazioni diventa sempre più indispensabile non farsi trovare impreparati per non intaccare il consenso necessario alla legittimazione della loro esistenza.
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