Riassunto analitico
L'arto inferiore ha molte caratteristiche uniche che lo rendono suscettibile a problematiche particolari in ambito ricostruttivo. Il trattamento dei traumi estesi alle estremità inferiori, con danno all’osso e al tessuto molle, rimane, a causa della scarsità di tessuto utilizzabile per la copertura e le peculiarità anatomiche del distretto interessato, una grande sfida per il chirurgo. L’obiettivo dello studio da noi effettuato è di definire, in base alla dimensione, gravità e tipologia della lesione, quale tecnica sia da considerarsi la più appropriata per la ricostruzione tegumentaria, considerando il risultato finale (funzionale ed estetico) ed i tempi di guarigione attesi. Particolare attenzione è stata posta nel confronto tra le tecniche chirurgiche (partendo dai semplici innesti dermo-epidermici fino a contemplare i lembi propeller e microvascolari) con le medicazioni avanzate (Terapia a Pressione Negativa TPN e sostituti dermici, spesso utilizzati in associazione per massimizzare il risultato). Le seconde, introdotte recentemente nel mercato e frutto della moderna tecnologia, comportano dei costi e dei tempi di guarigione generalmente più elevati, sebbene le difficoltà esecutive siano decisamente inferiori e l’incidenza di complicanze maggiori a breve termine sia contestualmente ridotta. L’approccio chirurgico richiede invece specifiche competenze tecniche specialistiche, una maggiore difficoltà esecutiva, espone il paziente a rischi intra e post-operatori di tipo generico e specifico, ma consente un risultato estetico migliore, una pronta ed immediata copertura dell’esposizione ossea (rispettando così le 72 h massime postulate da Godina), richiede dei tempi di guarigione e dei costi decisamente inferiori. Elementi fondamentali nello spostare l’ago della bilancia nella scelta di una tecnica piuttosto che un’altra saranno quindi le dimensioni, la localizzazione e la gravità della lesione da ricoprire, oltre alle condizioni generali del paziente. Quando possibile, ovvero in un paziente giovane ed in buona salute, si tenderà ad attuare un approccio chirurgico, mentre nell’anziano defedato le medicazioni avanzate rappresentano spesso l’unica alternativa possibile attuabile. Indipendentemente dall’età, la presenza di problematiche vascolari renderà necessario il ricorso esclusivo a TPN e sostituti dermici, in quanto le possibilità di fallimento con una tecnica chirurgica sarebbero troppo elevate. La valutazione del nostro campione di 65 pazienti (ricoverati presso il reparto di Chirurgia Plastica di Modena nell’intervallo di tempo compreso dal gennaio 2002 al maggio 2014) è stata quindi volta a stimare gli outcome finali dei pazienti con perdita di sostanza a livello della gamba e sottoposti alle diverse tecniche di copertura. Le perdite di sostanza sono state classificate in 3 tipologie: Lieve, Media e Grave; mentre i risultati sono stati posti in 3 differenti classi: Ottimo, Buono e Cattivo. Oltre il 95% dei pazienti ha avuto un outcome positivo, per cui possiamo affermare che le strategie ricostruttive intraprese si sono dimostrate adeguate. Secondo quanto emerso dai dati riguardanti i nostri pazienti, il trasferimento di un lembo loco-regionale o di un lembo libero dovrebbe essere considerato il gold standard per la ricostruzione tegumentaria dell’arto inferiore, in quanto tale tecnica presenta il miglior rapporto rischio-beneficio, dimostrandosi particolarmente utile nel trattamento delle ferite difficili per i suoi innumerevoli vantaggi (costi di gestione e tempi di guarigione ridotti, ottimo recupero funzionale, risultato estetico di elevata qualità, scarse complicanze a lungo termine). Tuttavia le indicazioni sono ridotte e limitate a casi selezionati.
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