Riassunto analitico
La tesi è incentrata sulla variazione diacronica di un genere professionale di grande importanza per le pubbliche relazioni museali, i comunicati stampa di mostra. A metà strada fra discorso giornalistico e artistico, questi comunicati sono indirizzati alla stampa specializzata, ma una volta pubblicati sul sito web di un museo possono raggiungere anche i non addetti ai lavori (Lazzeretti&Bondi 2012). Per lo scopo di questa ricerca è stato costituito un corpus di 300 mila parole - EPA Diacorpus - che comprende 378 comunicati pubblicati dal 1950 al 2009 da musei inglesi e americani. L’analisi dei dati ha affiancato metodologie quantitative e qualitative. A un primo livello si sono considerati gli aspetti lessicali: seguendo Baker (2006), il corpus è stato esplorato in termini di frequenza, fraseologia, collocazione e parole chiave, per poi soffermarsi sulle forme lessicali aumentate, diminuite o rimaste stabili nel tempo (Baker 2011). A un secondo livello si è analizzata la variazione strutturale (Swales 1990, Bhatia 2004). L’analisi della variazione lessicale ha permesso di riconoscere tendenze che riflettono anche cambiamenti di ordine culturale, per esempio nel modo in cui si allestiscono le mostre e si scelgono gli artisti. Un fenomeno significativo è il passaggio da allestimenti incentrati su una sola opera alle grandi mostre multiple: il declino del sostantivo picture nella forma al singolare, tipicamente preceduto da determinativi (the, this), e non al plurale, che invece è in crescita così come altri sostantivi riferiti a oggetti in mostra (images, works, objects), porta in questa direzione. Inoltre, qualcosa è cambiato nella selezione degli artisti: non devono essere famosi (famous è un aggettivo in calo nel corpus), né grandi o conosciuti (great e known sono stabili ma riferiti piuttosto alle opere), ma devono avere una carriera accertata, come mostra il profilo in crescita del sostantivo career. Di contro, gli artisti giovani hanno minori chance di affermarsi: le espressioni riconducibili alla categoria semantica della giovinezza sono meno di 30 in tutto il corpus. I soggetti in mostra possono cambiare e i ritratti hanno guadagnato maggior consenso (portraits è in crescita), ma un panorama è un classico per qualsiasi allestimento, così come disegni e dipinti, per citare alcune costanti del corpus (landscape, drawings, paintings). L’analisi ha anche evidenziato una graduale preferenza per descrizioni dirette, senza la mediazione di verbi distanziatori, così come lascia interpretare il declino di shown e shows. Venendo all’analisi strutturale è possibile notare come i comunicati più recenti abbiano una struttura più definita e ricorrente rispetto a quelli degli anni cinquanta e sessanta. È comunque possibile riconoscere sin dagli albori del genere una struttura prototipica in tre mosse: un breve annuncio della mostra, un corpo centrale di spiegazione dei contenuti e un appendice finale con informazioni per i giornalisti, mirate a sollecitarne il riscontro, sia pure in forma implicita. A partire dagli anni ottanta lo schema si arrichisce di due mosse promozionali: una mirata a segnalare le credenziali della mostra (organizzazione, curatela, sponsor) e una mirata a fornire informazioni tecniche per i visitatori (orari di apertura, modalità di ingresso – libero o a pagamento -, eventi collaterali, etc.).
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Abstract
The dissertation focuses on diachronic variation in a professional genre which has been gaining growing importance over time in the field of museum public relations: exhibition press announcements (EPAs). Keeping a middle ground between media and art discourse, EPAs are written for journalists in charge for reviews, although, once they are published on museum websites, they are also able to reach general audience (Lazzeretti and Bondi 2012).
For the purposes of this research a new corpus was compiled, the EPA Diacorpus, made up of 300 thousand words (tokens) and comprising 378 EPAs dating from 1950 to 2009, half issued by American and half by British museums.
The data processing consisted of different stages, from computer-based to manual analysis of the texts. The first stage involved lexical aspects. Following Baker (2006), the EPA Diacorpus was explored in terms of frequency, phraseology, collocation and keyness of items. A further level focused on the investigation of patterns of vocabulary change and stability over time, as suggested by Baker (2011). The second stage of analysis involved an investigation of the structure of EPAs, following Swales (1990) and Bhatia (2004).
The lexical analysis allowed to report a number of lexical trends reflective of changes in the way exhibitions are organized and artists are selected. A significant phenomenon is the shift from one-item to multi-item exhibitions: the decline of the word picture in its singular form, typically pre-modified by a determiner (the, this), and not in its plural, in parallel to the increase of other plural nouns identifying art works to put on display (images, works, objects) lead us to that direction. Moreover, something has changed in the way artists are selected for exhibiting: they do not have to be famous – another declining word –, nor great or known, since the latter adjectives preferably refer to their work, but they definitely must have an acknowledged career, a noun showing a clear pattern of growth across decades. Young artists, conversely, have fewer advantages in the art scene, as reflected by the lexical choice of EPAs, where less than 30 occurrences can be ascribed to the semantic field of youth. Art subjects may change, and portraits – an increasing item – may be more intriguing for our times, but a landscape is still a must for any exhibition, as well as drawings and paintings, to mention some lockwords of the corpus. The analysis also highlighted a preference for more vivid descriptions, not filtered by distancing verbs: the decline of the forms shown and shows can be interpreted in these terms.
Coming to the structure analysis, while contemporary EPAs show a more consistent scheme, the one provided by earlier texts is varied. Yet a prototypical structure comprised of three main moves may be already highlighted in the 1950s: a brief announcement of the exhibition, an explanatory section on the topic, and some pieces of information specific for the press members, soliciting their response, although in a very implicit way. Starting from the 1980s two promotional moves emerged: one establishing credentials for the exhibition by stating its credits, such as organization, curatorship and sponsorship, and one providing technical information for visitors (opening hours, free or charged admission, how to buy tickets, collateral events, etc...).
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