Riassunto analitico
INTRODUZIONE : L’arteriopatia obliterante cronica periferica (AOCP) dell’arto inferiore determina una limitazione della autonomia di marcia poi progressivamente anche dolore a riposo, lesioni trofiche e rischio di perdita dell’arto, con grave deterioramento della qualità di vita. Nell’arto inferiore il tratto arterioso femoro-popliteo è quello più spesso interessato e in molti casi il trattamento è di tipo chirurgico e consiste nella rivascolarizzazione mediante bypass tra l’arteria femorale e la porzione sopra-genicolare dell’arteria poplitea. I bypass femoro-poplitei sopra-articolari possono essere realizzati sia utilizzando la vena safena autologa che la protesi in materiale sintetico. A differenza di altri centri, presso la Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Università di Modena e Reggio Emilia vengono usate primariamente protesi in materiale sintetico. In letteratura la pervietà del bypass a medio e lungo termine è simile per le due metodiche, solo lievemente migliore per la safena. L’utilizzo primario di una protesi sintetica offre però il vantaggio di risparmiare la vena safena autologa per un eventuale successivo reintervento o per futuri bypass coronarici in caso di cardiopatia ischemica, molto frequente nei pazienti affetti da AOCP. Pertanto, anche nei casi in cui la vena safena sia disponibile e idonea, rimane dubbia la scelta tra le due possibilità chirurgiche. MATERIALI E METODI : Questo studio di tipo osservazionale, retrospettivo e monocentrico condotto presso la Chirurgia Vascolare di Modena ha considerato tutti i pazienti trattati con intervento di bypass femoro-popliteo sopra-articolare con protesi in materiale sintetico tra il 01.01.2015 al 30.04.2021 per valutare l’efficacia dell’intervento in termini di pervietà a medio-lungo termine. Lo studio ha considerato anche diverse condizioni cliniche dei pazienti al momento dell’intervento per identificare eventuali fattori pre-operatori predittivi della pervietà. L’obiettivo primario è stato calcolare la percentuale di pervietà del bypass a 1, 3 e 5 anni. L’obiettivo secondario è stata la analisi univariata e multivariata dei fattori pre-operatori per valutare il loro eventuale effetto sul risultato del bypass. RISULTATI : Sono stati considerati 113 bypass con un follow-up medio di 44,47 (±26,38) mesi, range da 1 a 97 mesi. A 1 anno i casi che avevano completato il follow-up erano 106, la pervietà primaria era del 90,6% e la secondaria del 96,2%. A 3 anni i casi che avevano completato il follow-up erano 66 la pervietà primaria è risultata del 83,4%, quella secondaria dell’92,5%. A 5 anni i casi che avevano completato il follow-up erano 39, la pervietà primaria è risultata del 69,2%, quella secondaria dell’84,6%. E’ stata creata una curva di sopravvivenza (intesa come pervietà) di Kaplan-Meier. L’analisi statistica univariata e multivariata non ha trovato alcuna correlazione statisticamente significativa tra i vari fattori di rischio della malattia (fumo, ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito, coronaropatia e insufficienza renale cronica) e il fallimento del bypass a lungo termine. CONCLUSIONI : I risultati ottenuti in termini di pervietà a medio e lungo termine sono allineati con quanto descritto nella letteratura. Questo studio conferma l’efficacia del bypass femoro-popliteo sopra-articolare in materiale sintetico.
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