Riassunto analitico
La pandemia da SARS-CoV-2 si è diffusa rapidamente nel Nord Italia all’inizio del 2020; l’emergenza sanitaria da essa provocata ha causato un’interruzione di due mesi nello screening mammografico. Abbiamo condotto il presente studio con il fine di valutare le conseguenze di quest’interruzione sullo stadio alla diagnosi e sul trattamento primario del cancro alla mammella. Pertanto, abbiamo confrontato gli stadi alla diagnosi di cancro alla mammella durante il periodo di sospensione del programma di screening con quelli registrati prima della pandemia. Tali dati sono stati inoltre comparati con quelli ottenuti dopo la ripresa dello screening, con lo scopo di verificare se si fosse restaurata così una situazione analoga a quella precedente la pandemia da COVID-19. È stata così portata avanti un’analisi retrospettiva monocentrica, che confronta le caratteristiche clinico-patologiche del cancro della mammella diagnosticato tra Maggio e Luglio 2020, dopo l’interruzione dello screening, con quelle del cancro alla mammella riportati nello stesso trimestre del 2019 e del 2021, rispettivamente un anno prima e un anno dopo l’interruzione dello screening. I risultati hanno mostrato come l’interruzione nello screening abbia causato una riduzione significativa dell’incidenza del cancro della mammella in situ (-10.4%), in analogia con un aumento dei pazienti con linfonodi positivi (+11.2%) e con tumore allo stadio terzo (+10.3%). In seguito, nel 2021, sono aumentate le diagnosi di cancro della mammella in situ (+9.8%), mentre si sono ridotte quelle relative allo stadio III (-7%): entrambi questi dati risultarono statisticamente significativi. Inoltre, è diminuita la percentuale di pazienti con linfonodi positivi (-5.9%), ma non in modo statisticamente rilevante. In entrambi i periodi non sono emerse differenze significative riguardanti lo stato menopausale o le caratteristiche biologiche. Comparando i trimestri del 2019 e del 2020, è stata osservata una maggiore differenza nell’incidenza del cancro della mammella con linfonodi positivi (+18.5%) e allo stadio III (+11.4%) nel sottogruppo di pazienti con cancro della mammella ad elevato indice di proliferazione (MIB1 >= 20%). Nel sottogruppo di pazienti con cancro della mammella con basso indice di proliferazione (MIB1 < 20%) è stato registrato un aumento del 9.3% dei tumori allo stadio III nello stesso intervallo temporale. Nel confronto tra i trimestri del 2020 e del 2021 è stata osservata una maggiore riduzione dei tumori allo stadio III per il sottogruppo di pazienti con cancro alla mammella a basso indice di proliferazione (MIB1 < 20%), che tuttavia non è risultata statisticamente significativa. Nonostante l’interruzione dello screening mammografico, nel 2020 non ci fu alcun ritardo nell’esecuzione delle procedure per l’ottenimento di una diagnosi definitiva e per il successivo trattamento. Il tempo medio tra la prima visita chirurgica e la chirurgia invece si ridusse di 7 giorni, per poi tornare a 39.3 giorni in 2021, in linea con il tempo medio di attesa prima della pandemia da COVID-19. In conclusione, i nostri dati hanno dimostrato un incremento dei tumori mammari con linfonodi positivi e allo stadio terzo dopo l’interruzione dello screening mammografico e un aumento dei carcinomi in situ, associata ad una riduzione dei tumori mammari allo stadio III, dopo la ripresa dello screening. Questi dati evidenziano l’importanza dello screening nella diagnosi precoce di cancro alla mammella e quindi nella riduzione dello stadio alla diagnosi dello stesso. Da essi è quindi possibile dedurre l’importanza del rapido ripristino del servizio di screening a pieno volume nel caso in cui se ne renda necessaria l’interruzione.
|
Abstract
The SARS-CoV2 pandemic rapidly spread in Northern Italy at the beginning of 2020; the public health emergency caused a two-month interruption of the mammographic screening program. In this research we aimed to find out the consequences of this interruption on breast cancer stage at diagnosis and on upfront treatment. We compared breast cancer stage presentation during the interruption of the mammographic screening program with stage presentation after the resumption of mammographic screening. Results were also compared to the incidence of late and early stage breast cancer presentation before COVID-19 pandemic, as to find if the prior situation was re-established.
A retrospective monocentric analysis was performed to compare clinical pathological features of breast cancer diagnosed between May and July 2020, after screening interruption, with those diagnosed in the same trimester of 2019 and of 2021, respectively a year before and after screening interruption.
The results showed that screening interruption caused a significant reduction of in situ breast cancer (-10.4%), as well as an increase in node positive (+11.2%) and stage III breast cancer (+10.3%). In contrast, in 2021 we highlighted a statistically significative increase in in situ breast cancer diagnoses (+9.8%) and a statistically significative decrease in stage III breast cancer incidence (-7%). Additionally, node-positive breast cancers were reduced (-5.9%), even though this result does not reach statistical significance. In both trimesters no significant differences concerning menopausal status or biological features emerged.
In the comparison of 2019 and 2020 trimesters, a greater difference in incidence of node-positive (+18.5%) and stage III breast cancer (+11.4%) was observed in the subgroup of patients with breast cancer at high proliferation rates (MIB1 >= 20%). On the other hand, the subgroup with breast cancer with low proliferation rates (MIB1 < 20%), in the same time period showed an increase of 9.3% in stage III.
In the comparison between of 2020 and 2021 trimesters, there was a major decrease in stage III breast cancer at low proliferation rates (MIB1 < 20%), but it was not statistically significative. In spite of the stop in mammographic screening, no delays in diagnostic procedures and subsequent treatment were found. Unexpectedly, median time from first surgical visit to surgery was reduced by 7 days in 2020 during COVID-19 pandemic, returning to 39.3 days in 2021, in line with pre-COVID-19 waiting time before surgery.
In conclusion, our data demonstrated an increase in node-positive and stage III breast cancer after a two-month interruption in mammographic screening and an increase of in situ breast cancer, with a reduction of stage III breast cancer after resumption of the screening program. These findings highlight the importance of screening in anticipating breast cancer diagnosis and thus in reducing stage at diagnosis. Furthermore, we can infer that a quick restoration of the mammographic screening service is crucial in case of unavoidable interruption.
|