Riassunto analitico
Il melanoma è uno dei tumori più pericolosi ed aggressivi che colpiscono il genere umano. In più della metà dei casi, questo tipo di tumore presenta una mutazione a carico dell’oncogene BRAF, che si traduce in una proliferazione incontrollata ed eccessiva delle cellule tumorali. Diversi farmaci, dotati di un’azione inibitoria sull’azione di BRAF (sorafenib, vemurafenib, dabrafenib), sono stati approvati dalla FDA e dall’EMA; i risultati ottenuti da questa terapia di precisione (targeted therapy) sono molto promettenti: la sopravvivenza globale dei pazienti così come la sopravvivenza libera da progressione sono migliorate. Tuttavia si sono verificati diversi effetti avversi, in particolare tossicità a livello cutaneo. La terapia di combinazione rappresenta un tipo di approccio potenzialmente in grado di ovviare al problema degli effetti avversi, nonché di migliorare l’efficacia terapeutica. Il primo tipo di combinazione valutato è stato quello fra inibitori di BRAF e MEK (una proteina appartenente, così come BRAF, alla via di trasduzione del segnale delle MAPK), successivamente è stata presa in considerazione l’unione della terapia di precisione (targeted therapy) con l’immunoterapia. Anche quest’ultima ha avuto, recentemente, un enorme successo: mirare i checkpoints immunitari, quali CTLA-4 e PD-1/PD-L1, ha migliorato la riposta immunitaria e quindi la capacità stessa dell’organismo di debellare le cellule tumorali, grazie ad un aumento dei linfociti CD8+ nell’area del tumore. Anche in questo caso però la monoterapia ha mostrato effetti avversi immuno-dipendenti che potrebbero essere, almeno in parte, superati con la terapia di combinazione. Quest’ultima dunque si configura come un significativo passo in avanti, e rappresenta una vera e propria arma futura per la cura del melanoma, attualmente sottoposta a numerosi studi clinici. Alcune terapie di combinazione fra inibitori di BRAF e MEK sono già state approvate dalle autorità regolatorie: dabrafenib e trametinib, vemurafenib e cobimetinib, mentre altre sono ancora in fase di studio, al fine di determinare le dosi e lo schema di somministrazione ottimali per offrire ai pazienti un trattamento sempre più efficace e sicuro.
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