Riassunto analitico
INTRODUZIONE
Analizzare l’erogazione delle cure palliative nei pazienti non oncologici della provincia di Modena richiede una precisa comprensione dei principi etici alla base della terapia del dolore, nonché degli aspetti teorici e pratici che presiedono alla somministrazione delle cure: in particolare, definire la tipologia di pazienti destinataria delle terapie e descrivere il sistema che ne permette la diffusione mediante numerose “reti locali di cure palliative”, con particolare attenzione ai diversi professionisti che, interagendo in equipe, lavorano all’interno di esse.
SCOPO DELLO STUDIO
Individuare, nella casistica dei pazienti terminali non oncologici assistiti in ADI cure palliative dall'ASL di Modena, nell'anno 2015, gli elementi e le caratteristiche dei sistemi pazienti-famiglia; identificare le diverse tipologie di pazienti non oncologici e le modalità di intercettazione degli stessi; distinguere, quali siano le caratteristiche delle patologie croniche e gli elementi del setting di cura segnalante; individuare quali competenze del servizio erogante risultino più efficaci per generare progetti di assistenza per i pazienti non oncologici; definire la presa in carico dei pazienti, individuando le modalità e le tempistiche dell’assistenza; descrivere la fase di accompagnamento al fine vita e la gestione degli ultimi giorni.
MATERIALI E METODI
Analisi della popolazione di pazienti assistiti in ADI cure palliative / Fine Vita dall'ASL di Modena, nell'anno 2015, compresi tutti i dati ricavabili da ADIWEB; analisi di un campione di cartelle cliniche del distretto di Modena, per osservare gli ultimi 7 giorni di assistenza domiciliare, in merito ai sintomi, segni e scelte di fine vita del paziente.
RISULTATI:
E’ stata riscontrata l’attivazione di 1164 progetti di cure Palliative domiciliari, di cui il 15,55%, su pazienti non oncologici, due terzi dei quali “intercettati” in ambito domiciliare.
E’ emerso, inoltre, come i pazienti che hanno usufruito delle cure palliative siano aumentati progressivamente nel corso dei primi due anni di attivazione del servizio, e pur necessitando di un numero medio maggiore di giornate di assistenza, è stata riscontrata una percentuale superiore di decessi domiciliari rispetto ai pazienti oncologici.
I dati sociologici hanno evidenziato una netta maggioranza dei pazienti in età molto avanzata, con una distribuzione per genere che vede una prevalenza femminile.
I dati clinici hanno mostrato che le patologie croniche maggiormente riscontrate nel campione di pazienti analizzato fossero di tipo neurodegenerativo, 36%, seguite da sindromi cardiovascolari, 23%, e patologie dell'apparato respiratorio, 5%, sottolineando la frequenza del fenomeno della comorbidità.
Quanto all’osservazione degli ultimi 7 giorni di vita dei pazienti si è registrata la presenza di disturbi quali difficoltà respiratoria, sopore, rantoli e dispnea: questi sintomi non hanno indotto i pazienti a praticare forme di accanimento terapeutico, mantenendo salda la scelta della terapia palliativa domiciliare.
CONCLUSIONI:
E’ riscontrabile un’alta efficienza del sistema, nella fase di individuazione e presa in carico del paziente.
Tuttavia, appaiono inadeguate la competenza degli operatori e delle modalità di cura nell'affrontare i bisogni del “grande anziano polipatologico”, la tipologia principale di pazienti assistiti.
In prospettiva, occorre, dunque, implementare il sistema migliorando le competenze dei professionisti coinvolti, affinando, altresì, il meccanismo di riconoscimento dei pazienti secondo la logica delle Early Palliative Care.
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