Riassunto analitico
INTRODUZIONE: Il test con somministrazione di un minibolo di fluidi (cosiddetta mini-fluid challenge, MFC) viene utilizzato in ambito clinico per valutare la risposta emodinamica di ciascun paziente alla somministrazione di fluidi. L’obiettivo è determinare se il paziente possa beneficiare o meno di un'ulteriore somministrazione di fluidi, e prevenire il sovraccarico di fluidi nei pazienti che non ne beneficiano. Il test si basa sulla legge di Frank-Starling, secondo cui la somministrazione di un bolo di fluidi determina un aumento del precarico, con conseguente miglioramento della gittata cardiaca (GC). Tuttavia, quando il precarico è già elevato, la somministrazione di fluidi potrebbe non essere vantaggiosa, poiché non aumenterebbe la GC e potrebbe risultare anzi dannosa causando un accumulo di liquido extracellulare nei polmoni (Extra Vascular Lung Water, EVLW), secondo la legge di Marik-Phillips. Sebbene la MFC sia utilizzata nei pazienti pediatrici e adulti in terapia intensiva, esistono dati limitati riguardo alla sua efficacia e sicurezza nei neonati. Il presente studio ha l'obiettivo di valutare la fattibilità e l'affidabilità di una MFC standardizzata nel contesto della terapia intensiva neonatale (TIN). MATERIALI E METODI: Lo studio, pilota, prospettico, osservazionale multicentrico, internazionale, non finanziato, descrive la fattibilità della MFC in 14 neonati (64% maschi e 36% femmine, di età gestazionale compresa tra 23 e 42 settimane) con shock ricoverati presso la TIN del Policlinico di Modena e del John Hunter Children's Hospital, Newcastle, Australia. La MFC è rappresentata dalla somministrazione di 3 ml/kg di fluidi in 5 minuti. La responsività ai fluidi è stata definita come un aumento di oltre il 15% della GC misurata tramite ecocardiografia al letto del paziente, prima e dopo la MFC. Gli effetti della MFC sono stati valutati clinicamente dopo 4-6 ore dalla somministrazione, utilizzando uno score clinico validato con punteggio 0-8. RISULTATI: Dei 14 neonati, il 43 % ha mostrato un aumento della GC di almeno il 15% dopo la MFC, qualificandosi come responsivo dal punto di vista ecografico. Tra tutti i neonati, 3 hanno riportato un miglioramento clinico minimo o nullo (score clinico 0-2), 4 hanno avuto un miglioramento clinico medio (score clinico 3-5), mentre i restanti hanno evidenziato un miglioramento clinico significativo (6-8). L’indice di ossigenazione (OI) nelle 4-6 ore dopo la MFC è diminuito di più nei neonati responsivi ecograficamente (-0,49, IQR -0,66; 0,81, p = 0,54) rispetto ai non responsivi (-0,03, IQR -0,43; 5,40, p = 0,54). CONCLUSIONE: La MFC è fattibile e sicura nel neonato affetto da shock nel contesto della TIN. Nei pazienti identificati come non responsivi ecograficamente, si verifica un incremento della necessità di supporto respiratorio, dato compatibile con l’aumento della EVLW. Sono necessari, però, ulteriori dati per stabilire se la MFC possa prevedere un miglioramento clinico nei pazienti responsivi. Le ricerche future dovranno valutare se l’utilizzo della MFC, per testare la reattività ai fluidi, possa guidare i trattamenti e ridurre il rischio di sovraccarico di fluidi nei neonati.
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