Riassunto analitico
L’elaborato ha l’obiettivo di analizzare e valorizzare la concezione espressa da Lipman e l’importante ruolo ricoperto dalla Philosophy for Children, una pratica educativa che dovrebbe essere introdotta nelle scuole di ogni ordine e grado con l’intento di creare delle opportunità di dialogo e cooperazione per formare menti aperte, critiche e flessibili. Il primo capitolo prende avvio dall’analisi della concezione espressa da John Dewey, filosofo, educatore e pedagogista che è considerato un punto di riferimento per la pedagogia del Novecento. Successivamente, all’interno del primo capitolo, viene presentato Matthew Lipman, educatore, filosofo ed estimatore di Dewey che ha rinnovato l’educazione proponendo l’inserimento della filosofia nell’educazione della prima infanzia con l’intento di favorire lo sviluppo del pensiero critico, creativo e caring. A questo proposito Lipman evidenzia l’importanza della Philosophy for Children come pratica educativa che, mediante l’utilizzo della filosofia, propone nelle scuole dell’infanzia e primarie delle esperienze di riflessione, di argomentazione e di discussione. Questa pratica ha un grande potenziale poiché attraverso la riflessione svolta nella classe, definita comunità di ricerca, favorisce lo sviluppo del dialogo, dell’autostima, della consapevolezza, della libertà di pensiero, della partecipazione e della collaborazione di tutti gli allievi. Il secondo capitolo sottolinea la stretta correlazione tra la Philosophy for Children e l'architettura collaborativa. Quest’ultima è stata ideata da Maria Ranieri, Antonio Calvani e Giovanni Bonaiuti e prevede tre strategie didattiche: il mutuo insegnamento, l’apprendimento cooperativo e la discussione guidata. Il terzo capitolo si sofferma sull’analisi delle proposte letterarie che in continuità con la Philosophy for Children sono applicabili nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. In merito alle scuole dell’infanzia si evidenzia l’importanza della narrazione e delle favole di Esopo che, grazie alla loro semplicità e immediatezza, possono rappresentare un’importante risorsa e punto di partenza per dare avvio ad esperienze di conversazione filosofica. Nelle scuole primarie è invece possibile proporre racconti realizzati da Matthew Lipman differenziati in base all’età dei destinatari che invitano a riflettere, in chiave filosofica, in merito a questioni e problematiche che i bambini possono riscontrare nella vita quotidiana. Il terzo capitolo termina con un paragrafo dedicato alla stretta connessione tra la Philosophy for Children e l’accettazione della diversità soffermandosi sull’analisi della disabilità e sulle proposte letterarie che potrebbero essere effettuate nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Questa pratica educativa risulta particolarmente utile per favorire l’inclusione sociale evitando di conseguenza fenomeni di emarginazione, bullismo e stigmatizzazione che sono sempre più frequenti nella società odierna. L’obiettivo generale di quest’ultimo capitolo consiste nella promozione di un approccio inclusivo e collaborativo che deve essere finalizzato alla valorizzazione dell’unicità di ciascun individuo rappresentando così una grande opportunità di crescita del singolo allievo e dell’intero gruppo classe. In conclusione l’elaborato è finalizzato alla valorizzazione della Philosophy for Children che deve essere considerata come una grande ricchezza e come un’esperienza alla portata di tutti. Questa pratica educativa dovrebbe essere introdotta nel percorso di apprendimento di ciascun bambino per imparare ad amare la vita, essere sicuro di se stesso e delle sue potenzialità così da poter affrontare con maggiore serenità e fiducia le preoccupazioni e le avversità che incontrerà durante il percorso di crescita.
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