Riassunto analitico
La propulsione che ha guidato la stesura della seguente sperimentazione deriva dalla volontà di unire due dimensioni, quella educativa e quella sportiva, attraverso una proposta che possa fungere da ponte per costruire attività inclusive all’interno delle ore di educazione motoria nella scuola primaria. In un contesto scolastico, caratterizzato dalla complessità, la figura dell’insegnante deve essere sempre più predisposta e attenta a rispondere alla specificità di ogni bambino, attraverso qualità sempre più fondamentali quali l’empatia e l’accoglienza, andando ad intervenire sui fattori che ostacolano la possibilità di esprimersi e di sentirsi efficaci di ogni singolo individuo, valorizzandone le potenzialità. Si parla dunque di sport integrato come alternativa allo sport per disabili in una prospettiva maggiormente inclusiva in cui, attraverso mezzi e strumenti personalizzati, si favorisce la partecipazione di tutti all’interno delle stesse attività. E’ stato scelto come punto di partenza lo sport Baskin, che deriva dalle parole (Basket-integrato), proprio per osservare in contesti classe che presentano una forte eterogeneità, come questa tipologia di pratica agisca sul senso di autoefficacia individuale e sulla consapevolezza inclusiva, rispetto ad una proposta a loro già presentata di basket tradizionale.
Nel primo capitolo vengono dunque esposte alcune delle leggi principali che regolano il diritto all’attività fisica per persone con disabilità, attraverso una breve narrazione che metta a confronto gli sport paralimpici e gli sport integrati, analizzando il concetto di abilismo della società e di come il nuovo sistema di classificazione ICF-CY abbia contribuito al rinnovamento dell’attività motoria in questo ambito.
I sunti teorici considerati in precedenza, rafforzano le motivazioni alla base della sperimentazione effettuata e descritta nel secondo capitolo: dal modello del Baskin viene progettata e rielaborata un’attività adattata per andare ad indagare eventuali benefici associati a questa pratica. Vengono dunque esposti i bambini di una classe quinta e di una classe quarta a test motori-specifici e a questionari sia in fase pre-attività che in fase post-attività. I test motori permettono di rilevare alcune abilità tecnico-specifiche riguardanti lo sport stesso mentre i questionari si concentrano sulla valutazione di tre aree differenti: l’autoefficacia sportiva, le capacità di collaborazione e l’inclusione percepita all’interno del contesto classe. Attraverso queste metodologie vengono confrontati e analizzati i dati ottenuti allo scopo di constatare eventuali miglioramenti nelle dimensioni prese in considerazione precedentemente. L’analisi dei dati ricavati nella progettazione ha messo in risalto una crescita positiva dettata dall’esposizione dei partecipanti alla pratica di sport integrato. Si è evidenziato un miglioramento significativo sia per quanto riguarda l’aspetto motorio-specifico in due dei tre test selezionati e proposti ai gruppi classe, sia nelle risposte ai questionari: infatti si assiste ad un incremento dei punteggi dati in tutte e tre le aree indicate precedentemente. Le conclusioni riportate aprono dunque la strada ad un approfondimento riguardante le potenzialità della pratica sportiva e di quanto sia fondamentale riuscire a creare ambienti di apprendimento maggiormente inclusivi anche all’interno del sistema scolastico attraverso buone prassi di personalizzazione, rendendo necessaria, quindi, una riflessione approfondita sia sul ruolo dell’insegnante di educazione motoria nella scuola primaria, sia sulle competenze necessarie per lo svolgimento corretto di questa importante attività educativa, che troppo spesso viene dirottata a “momento ricreativo” in alternativa alla didattica vera e propria.
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