Riassunto analitico
La disfunzione erettile è definita come incapacità di avere e/o mantenere un'erezione sufficiente a condurre e portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente, pur in presenza di un buon desiderio sessuale. Ha una prevalenza fino al 52% fra i maschi nella fascia di età 40-70 anni negli USA, colpendo quasi 150 milioni di persone a livello globale. Essa riconosce nelle sue cause quella psicologica e quelle di natura organica, che comprendono: una causa neurogenica, endocrina, iatrogena e patologie della muscolatura liscia, ma la principale è quella a genesi vascolare, che comprende la componente arteriopatica. Causa principale della patologia cardiovascolare, fattore principale della mortalità globale, è l’aterosclerosi, una malattia sistemica che interessa tutti i distretti corporei dando diverse espressioni cliniche. Gli apparati maggiormente colpiti sono il sistema cardiovascolare, il cerebrovascolare e il renale. I principali fattori di rischio cardiovascolare che vanno ad incidere sulla predisposizione a sviluppare l’aterosclerosi e le sue complicanze, sono rappresentati da fumo e diabete mellito. Altri fattori di rischio sono l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa e l’insufficienza renale cronica. Anche la disfunzione erettile riconosce come suoi fattori di rischio quegli elementi comuni all’aterosclerosi, come l’età, il tabagismo, l’ipertensione arteriosa sistemica e la dislipidemia. Infine, strettamente connessa alla disfunzione erettile, è la patologia aterosclerotica dell’arteria iliaca interna e di conseguenza della circolazione pelvica, cruciale per quanto riguarda l’apparato genitale e di conseguenza la sfera sessuale del paziente. Per quanto riguarda la fisiopatologia le occlusioni a livello del circolo perineale determinano un abbassamento della tensione di ossigeno all’interno del sangue dei corpi cavernosi; siccome la formazione di prostaglandine è dipendente dall’ossigeno, si ha una riduzione dei livelli di PGE1 e PGE2, con conseguente disfunzione erettile, ed un aumento di TGF-1, il quale induce la sintesi di collagene a discapito della muscolatura liscia peniena. Non solo, a contribuire alla DE su base vascolare partecipano anche elementi come: i cambiamenti della parete vascolare che determinano un aumento delle resistenze periferiche, la disfunzione veno-occlusiva, e la disfunzione endoteliale. Tuttavia i dati sulla prevalenza della disfunzione erettile in generale, ma soprattutto in particolare per quanto riguarda quelli la sua prevalenza in una popolazione estremamente numerosa e strettamente relata come quella arteriopatica, sono ridotti in letteratura. Di conseguenza potrebbe essere utile indagare la sussistenza di un’ “impotenza” in occasione di una visita per arteriopatia. In tale modo, il paziente che si è già recato in visita per altri motivi, può cogliere l’occasione per studiare un’ulteriore sfaccettatura dell’arteriosclerosi dalla quale potrebbe essere affetto. Raccogliendo un numero sufficiente di dati, si potrebbe avere un’idea sulla prevalenza della disfunzione erettile nella popolazione arteriopatica e su quali fattori di rischio incidano maggiormente sull’insorgenza di tale patologia. Successivamente si può standardizzare un percorso diagnostico pre operatorio per quei pazienti alla cui base del disturbo erettivo vi è una verosimile causa di natura vascolare: ottenuti dati tramite l’ecocolordoppler penieno dinamico quali la velocità di picco sistolico dei vasi penieni di destra e di sinistra, e dati tramite l’ecocolordoppler addominale dei vasi iliaci ed il calcolo del PBI, è possibile candidare alcuni pazienti ad uno studio angiografico che documenta la pervietà dei vasi a livello perineale. Se i risultati di questo studio di imaging sono indicativi di una patologia stenosante od ostruttiva è possibile candidare i pazienti in questione ad un intervento di rivascolarizzazione quale la PTA.
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