Riassunto analitico
Introduzione: I tumori delle ghiandole salivari rappresentano forme neoplastiche relativamente rare, costituendo l’1-6% delle neoplasie del distretto testa-collo e la ghiandola parotide rappresenta la sede d’origine principalmente coinvolta, fino all’80% dei casi. Circa l’80% delle neoplasie è di natura benigna e gli istotipi più frequenti sono l’adenoma pleomorfo e il tumore di Warthin, che insieme raggiungono oltre il 90% della casistica. Il management di tali neoplasie prevede l’exeresi chirurgica della lesione congiuntamente ad una porzione di parenchima ghiandolare sano. Il chirurgo può adattare l’estensione della resezione includendo alcuni o tutti i livelli della ghiandola parotide secondo la classificazione ESGS. Le complicanze relative all’intervento di parotidectomia sono frequenti e impattano sulla qualità di vita del paziente. Tra le complicanze più frequenti si annoverano la sindrome di Frey, l’ipo/anestesia cutanea in seguito a lesione del nervo grande auricolare, la paralisi del nervo facciale e l’infezione della ferita chirurgica. I dati riportati in letteratura indicano che l’età del paziente e l’estensione chirurgica a più livelli parotidei sono i fattori che influenzano maggiormente il tasso di complicanze e vi si correlano in misura lineare. Materiali e metodi: Gli obiettivi del presente elaborato di tesi sono rappresentati dall’analisi dell’incidenza delle complicanze correlate al management chirurgico delle neoplasie benigne della parotide e dalla valutazione dei fattori influenzanti l’outcome. A tal fine è stato eseguito uno studio multicentrico retrospettivo su 592 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di parotidectomia per neoplasia parotidea benigna dal 2014 al 2020, presso le U.O.C. di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Maxillo-Facciale dell’AOU Policlinico di Modena e dell’IRCCS - Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola–Malpighi. Sono stati raccolti i dati relativi alle caratteristiche del paziente (età, sesso, pregressa chirurgia su parotide), della neoplasia (istologia, dimensioni, multicentricità), dell’intervento chirurgico (classificato secondo ESGS) e del follow-up postoperatorio. È stata successivamente eseguita un’analisi statistica per valutare il tasso di incidenza delle complicanze dell’intervento di parotidectomia e i fattori influenzanti l’outcome chirurgico.
Risultati: Dallo studio in oggetto è emerso che l’incidenza globale delle complicanze locali è pari al 55,4%. L’ipo/anestesia cutanea della regione parotidea è risultata essere la complicanza più frequente, con un tasso del 33,6%. La paralisi del nervo facciale si è verificata nel 25,5% dei casi, ma solamente nella minoranza è risultata come permanente al follow-up, e nel 19,5% dei pazienti si è manifestata la sindrome di Frey. Le complicanze legate al sito chirurgico, come ematoma, sieroma, infezione di ferita, sialocele e fistola salivare, si sono osservate nel 17% dei casi analizzati.
Discussione: In accordo con la letteratura, dall’analisi effettuata sul campione si evince un rischio maggiore di complicanze locali negli interventi più demolitivi rispetto agli interventi più conservativi. Le tecniche di parotidetomia parziale superficiale e la dissezione extracapsulare sono risultate associate ad un tasso inferiore di complicanze rispetto alla parotidectomia superficiale. I dati raccolti mostrano inoltre che all’avanzare dell’età del paziente il rischio di sviluppare la sindrome di Frey si riduce significativamente: ipotizziamo che possa essere legato alla minor efficacia di rigenerazione assonale dei pazienti più anziani. Invece, al progredire dell’età aumenta il rischio di complicanze del sito chirurgico (ematoma, sieroma, sialocele, fistola salivare e infezione della ferita).
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