Riassunto analitico
Già dai primi anni di scuola, è possibile identificare soggetti con profili funzionali piuttosto compromessi, che possono presagire l’insorgenza di eventuali Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Si tratta di disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale; si caratterizzano per una difficoltà significativa nell’acquisizione di una o più abilità scolastiche di base, nonostante il quoziente intellettivo rientri nella norma e non ci siano deficit sensoriali e/o disturbi psicopatologici che ostacolino le normali opportunità educative del soggetto. A tal proposito, è necessario che le istituzioni scolastiche predispongano procedure di screening sistematiche per identificare precocemente eventuali difficoltà legate all’apprendimento e segnalarle agli organismi preposti. L’identificazione precoce si basa sulla possibilità di individuare e riconoscere la presenza di un disturbo, cioè prima che esso si manifesti esplicitamente; non consiste in alcun modo in una diagnosi, ma è utile agli insegnanti per individuare difficoltà e poter intervenire con attività di potenziamento mirate. Inoltre, una presa in carico precoce riduce significativamente il rischio di insorgenza di problemi psicopatologici secondari e associati al DSA, così come la comparsa e il consolidamento di strategie o meccanismi vicarianti, errati e inefficaci, limitando i danni derivanti dalla frustrazione causata dall’insuccesso. In età prescolare e scolare è possibile intervenire tempestivamente attraverso l’utilizzo di strumenti specifici per l’individuazione delle difficoltà; lo screening rappresenta lo strumento fondamentale per “identificare soggetti […] che presentano un elevato rischio per un particolare disturbo” (Ferrara 2019, p.133, in Stella, Zoppello e Scorza, 2019). Le procedure di screening prevedono la somministrazione di prove, individuali o collettive, che misurano fattori di rischio legati ai disturbi, basandosi sull’assunzione che i risultati indichino una potenziale situazione critica che prelude al disturbo. Il progetto “Un credito di fiducia al bambino che apprende” è un percorso che coinvolge numerose istituzioni del territorio di Reggio Emilia e provincia con l’obiettivo di collaborare congiuntamente per promuovere la conoscenza relativa alle problematiche legate ai DSA e creare modelli di intervento efficaci attraverso strumenti e prove di screening. Il presente lavoro di ricerca parte dall’idea di analizzare le prove di screening previste dal progetto “Un credito di fiducia al bambino che apprende” per la classe seconda, per poi progettare laboratori di potenziamento specifici, in particolare per quei bambini che hanno ottenuto punteggi che rientrano in fascia di attenzione e che quindi sono potenziali soggetti a rischio per l’insorgenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Partendo dall’analisi delle modalità di apprendimento delle abilità di letto-scrittura, analizzate secondo le prospettive di acquisizione proposte da Frith (1985) e Ferreiro e Teberosky (1985), si è proseguito riflettendo sull’importanza di attivare un’identificazione precoce attraverso procedure di screening che possano evidenziare bambini a rischio di sviluppo di un DSA. Il lavoro si conclude con l’analisi di prove di screening effettuate nella classe seconda e facenti parte del progetto sopra citato, per confrontare i risultati iniziali con quelli ottenuti a seguito di un potenziamento specifico. Ciò che è emerso, è che un laboratorio di potenziamento mirato al recupero delle difficoltà favorisce il miglioramento delle abilità di letto-scrittura. Quasi tutti i bambini, anche quelli non italofoni, hanno ottenuto buoni miglioramenti; solo un alunno ha mostrato difficoltà persistenti, confermandosi un soggetto a rischio di insorgenza di un DSA.
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