Riassunto analitico
Il morbo di Parkinson (PD) è attualmente la seconda malattia neurodegenerativa più importante nella popolazione anziana, dopo la malattia di Alzheimer. È una patologia che colpisce la componente motoria del sistema nervoso centrale, è caratterizzato da rigidità, tremore a riposo, bradicinesia ed instabilità posturale. Inoltre, sono osservabili sintomi non motori come le disfunzioni autonomiche, deficit olfattivi, anomalie visive e sintomi neuropsichiatrici. I potenziali fattori di rischio per sviluppare questa patologia includono l’esposizione a quali MPTP, Rotenone, Paraquat e solventi come tricloroetilene e percloroetilene, essi sono in grado di causare Parkinsonismo irreversibile attraverso l’induzione di danno mitocondriale. Il PD è caratterizzato dalla perdita selettiva di neuroni dopaminergici nella substantia nigra pars compacta, con coinvolgimento diffuso di altre strutture centrali e periferiche. Un altro elemento caratteristico del PD è rappresentato dai corpi di Lewy, aggregati fibrillari insolubili anomali, composti prevalentemente da α-sinucleina, che si sviluppano all'interno delle cellule nervose. Ad oggi non esistono cure efficaci per questa malattia e gli obiettivi dei trattamenti consistono nell’alleviare i sintomi e ridurre al minimo la discinesia e altri disagi. Trovano impiego: l-dopa, inibitori delle MAO-B, inibitori delle COMT e agonisti della DA. Quindi gli obiettivi della presente tesi sono molteplici: inizialmente fornirò una disamina sulle conoscenze più attuali sul morbo di Parkinson, successivamente descriverò gli esosomi e il loro coinvolgimento nella neurodegenerazione, infine proporrò evidenze sperimentali sul ruolo della supplementazione con acidi grassi omega-3 nel contrastare la progressione della malattia, anche in relazione al coinvolgimento degli esosomi stessi. A livello diagnostico gli esosomi stanno guadagnando una crescente attenzione. La scoperta, al loro interno, di proteine correlate alla malattia in campioni isolati da plasma e liquido cerebrospinale di pazienti con PD ha ispirato la ricerca sul loro impiego come potenziali biomarcatori. Gli esosomi sono piccole vescicole membranose che originano dagli endosomi, sono secreti praticamente da tutti i tipi cellulari, compresi i neuroni. Trasportano proteine, micro-RNA non codificante e lipidi specifici del tipo cellulare da cui derivano. Attualmente è noto il loro ruolo come mezzo di comunicazione intercellulare, possono mediare una risposta immunitaria, sono coinvolti nella neurodegenerazione, in malattie metaboliche cardiovascolari, nel cancro e nello sviluppo. Nel PD, alcuni studi suggeriscono di come gli esosomi possano funzionare come vettori intercellulari proteggendo l’α-sinucleina dalle proteasi extracellulari e inducendone l’aggregazione. Per migliorare l’efficacia delle attuali terapie è stata suggerita la supplementazione con acidi grassi polinsaturi (PUFA), in grado di modificare la composizione della membrana cellulare, di regolare la trascrizione e la comunicazione neuronale. I PUFA trovano impiego anche come precursori di eicosanoidi e docosanoidi, molecole-segnale critiche nella regolazione delle risposte infiammatorie e immunitarie. Dal momento che l’α-sinucleina è in grado di regolare il metabolismo degli acidi grassi nel cervello, legando l’acido arachidonico e aumentando il suo assorbimento con conseguente produzione di molecole pro infiammatorie, potrebbe risultare favorevole l’impiego di supplementi ricchi in acidi grassi n-3, il cui assorbimento non viene alterato. Tutto questo potrebbe portare ad effetti benefici e contrastare l’infiammazione alla base dei fenomeni neurodegenerativi. A questo scopo gli esosomi potrebbero costituire un utile supporto come sistema per la veicolazione degli acidi grassi n-3.
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