Riassunto analitico
Introduzione. La diffusione del nuovo coronavirus Sars-CoV-2 rappresenta un importante fattore di rischio non solo per la popolazione generale e per i pazienti delle strutture sanitarie, ma è altresì un rilevante rischio infettivo occupazionale per il personale sanitario addetto al servizio di cura. Obiettivo della presente tesi è di valutare i fattori associati all’infezione Sars-CoV-2 nei lavoratori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) di Modena.
Materiali e Metodi. Sono stati considerati ai fini dello studio tutti i lavoratori maggiorenni, sottoposti a Sorveglianza Sanitaria presso l’AOU di Modena nel periodo compreso tra il 1 Marzo 2020 e 29 Gennaio 2021. I soggetti sono stati quindi raggruppati sulla base delle variabili socio-demografiche quali genere, età, di fattori occupazionali (ruolo e mansione lavorativa, effettuazione di turni notturni) ed altre variabili relative alla salute, come il BMI, l’abitudine tabagica e la presenza di comorbidità. Il servizio di sorveglianza sanitaria ha raccolto informazioni sulla diagnosi di COVID-19 per tutti i soggetti: nell’ambito del lavoro di tesi è stata testata la presenza possibili associazioni tra una pregressa infezione da SARS-CoV-2 e le caratteristiche sopra menzionate.
Risultati. 765 dipendenti (12,97%) sono risultati positivi all’infezione da SARS-CoV-2 tra Marzo 2020 e Gennaio 2021. Tra questi lavoratori positivi per COVID-19, gli uomini hanno mostrato una più alta frequenza di infezioni (14,28%) rispetto alle donne (p=0,05); tra le mansioni lavorative, gli operatori socio-sanitari (O.S.S.) sono risultati avere il tasso di infezione più elevato, 23,3%, seguiti dagli infermieri con il 17%, mentre il tasso di infezione trai i medici è risultato dell’11,3%; tra gli altri gruppi, comprese le ostetriche e gli altri operatori sanitari, la frequenza dei contagi è risultata intorno al 6%, inferiore rispetto al personale tecnico-amministrativo, che ha mostrato una frequenza di infezioni del 7% dei soggetti testati. Considerando le caratteristiche occupazionali relative ai turni di lavoro, gli operatori che effettuano turni notturni hanno riportato un tasso di positività del 20,6%, doppio rispetto ai lavoratori che non svolgono lavoro notturno. Il BMI >25 è risultato associato ad un aumento del tasso di infezione da SARS-CoV-2 (p=0,001), così come è risultata tendenzialmente associata all’infezione la presenza di comorbidità multiple (15,6%) rispetto ai lavoratori sani (12,8%), ed in particolare la presenza di malattie respiratorie, per le quali si è registrata una differenza significativa (p=0,006).
Conclusioni. I risultati di questa tesi confermano alcuni fattori di rischio per l’infezione da COVID-19, come il sesso maschile, sovrappeso ed obesità e il lavoro come operatore sanitario. Tra gli operatori sanitari, gli O.S.S. e gli infermieri sono risultati quelli con i più alti tassi di infezioni e, inoltre, il lavoro notturno è risultato associato all’infezione da SARS-CoV-2. Considerando le malattie pregresse, i nostri risultati indicano che, in generale, facendo riferimento a tutte le malattie segnalate, i lavoratori con malattie tendono ad avere un più alto tasso di infezioni da SARS-CoV-2, soprattutto in presenza di patologie respiratore.
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Abstract
Introduction. The new coronavirus Sars-CoV-2 represents an important risk for the health of the patients and of the general public, but it represents also a relevant occupational infectious risk for healthcare workers (HCW). This study, set in the academic hospital of Modena (Policlinico di Modena-Azienda Ospedaliero Universitaria AOU), explores specific factors possibly associated with an increased risk of Sars-CoV-2 infection in HCW.
Materials and methods. All the workers of the academic hospital of Modena undergoing occupational health surveillance in the period between 1/3/2020 and 29/01/2021 aged 18 years or older, have been considered eligible for the study. Subjects have been characterized according to socio-demographic variables as genre and age, occupational factors as the role and the performance of night-shifts, and other health-related variables as BMI, smoking habit and previous diseases. The occupational health surveillance service collected information on COVID-19 diagnosis for all the subjects: the presence of SARS-CoV-2 infection has been tested for evaluating possible associations with the characteristics above-mentioned.
Results. 765 employees (12,97%) tested positive for Sars-CoV-2 infection between March 2020 and January 2021. Among these workers diagnosed with COVID-19, men showed the highest frequency of infections (14,3%) compared to females; among job tasks, the socio-health workers (i.e. O.S.S.) resulted with the highest infection rate of the 23,3%, followed by nurses with the 17%, while the infections' rate among physicians was 11,3% and among other groups, including midwives and other healthcare operators, the frequency of infections resulted around the 6%, even lower compared to technical-administrative personnel, who showed a rate of infections of the 7%. Considering job characteristics, night-shift workers had a double positive rate 20,6% compared to workers not performing night-shifts. BMI > 25 resulted associated with an increased rate of SARS-CoV-2 infections, as well as the presence of multiple pathologies (15,6%) compared to healthy workers (12,8%), and in particular the presence of respiratory diseases.
Conclusions. The results of this thesis confirms some risk factors for COVID-19 infection, as male sex, overweight and obesity and the work as healthcare worker. Among HCW, O.S.S. and nurses resulted those with the highest rates of infections, and moreover, night-shift work resulted associated with SARS-CoV-2 infection. Considering previous diseases, our results indicate that, in general, considering all the diseases reported, the workers with diseases tend to have a higher rate of SARS-CoV-2 infections, while the difference is statistically significant especially considering the concomitant presence of previous respiratory diseases.
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