Riassunto analitico
INTRODUZIONE Le malformazioni artero-venose cerebrali consistono in grovigli di vasi displastici privi di una rete capillare intermedia e rappresentano una patologia rara, complessa ed eterogenea in grado di causare morbilità e mortalità significative: in circa la metà dei pazienti vanno incontro a rottura con conseguente sanguinamento, rappresentando la causa più frequente di emorragia cerebrale nelle prime quattro decadi di vita; nei restanti casi possono determinare crisi epilettiche, cefalea, deficit neurologici focali o essere asintomatiche, venendo in quest’ultimo caso diagnosticate incidentalmente durante l’esecuzione di esami neuroradiologici. Attualmente le MAV cerebrali possono essere gestite conservativamente attraverso un attento follow-up o aggredite con tre modalità, attuate singolarmente o in combinazione: resezione microchirurgica, embolizzazione o radiochirurgia stereotassica. Le lesioni sanguinanti sono generalmente trattate chirurgicamente per mitigare il rischio di risanguinamento, viceversa la gestione delle malformazioni intatte è tuttora oggetto di dibattito. OBIETTIVO L’obiettivo di questo studio consiste nell’analisi degli esiti a medio/lungo termine dei pazienti sottoposti a resezione microchirurgica di malformazione artero-venosa cerebrale mediante il confronto di un punteggio calcolato secondo la Modified Rankin Scale prima dell’intervento e a distanza dallo stesso, distinguendo tra lesioni sanguinanti e lesioni intatte. MATERIALI E METODI Avvalendosi di cartelle cliniche, immagini neuroradiologiche, registri intraoperatori e referti prodotti durante il follow-up, sono stati raccolti ed esaminati retrospettivamente i dati di 39 pazienti affetti da malformazione artero-venosa cerebrale, sanguinante o intatta, e sottoposti a resezione microchirurgica tra gennaio 2012 e marzo 2021. Ai fini dell’obiettivo dello studio sono stati arruolati 27 soggetti, di cui è stato analizzato il punteggio mRS preoperatorio e a distanza dall’intervento. RISULTATI Nel sottogruppo di individui portatori di MAV sanguinanti si è osservato un miglioramento o una stabilizzazione del mRS a distanza in 13 soggetti (86,66%) con lesioni di grado I e II e in 4 soggetti (57,14%) con lesioni di grado III. Relativamente al sottogruppo di individui portatori di MAV intatte di grado II è risultato un mRS migliorato o stabile in tutti i soggetti trattati. Nei 6 pazienti sottoposti a resezione microchirurgica all’interno della sala operatoria ibrida non sono stati documentati residui di lesione nel corso del follow-up. CONCLUSIONI I risultati del presente studio sono concordi con i dati presenti in letteratura: MAV cerebrali di grado I e II, sanguinanti e intatte, beneficiano del trattamento neurochirurgico, mentre la resezione microchirurgica delle MAV sanguinanti di grado III non sempre garantisce un buon recupero neurologico. La sala operatoria ibrida è un valido ausilio intraoperatorio in grado di assicurare una resezione sicura e radicale di tale lesione.
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