Riassunto analitico
Background: la sclerosi laterale amiotrofica è una patologia molto grave e potenzialmente fatale caratterizzata dalla progressiva degenerazione del motoneurone superiore e/o inferiore. Ciò porta ad una conseguente ingravescente disabilità mentre le funzioni mentali rimangono intatte. Nonostante la letteratura sia ricca di studi, le cause e i meccanismi eziopatogenetici rimangono in gran parte ignoti. Il trattamento quindi è per lo più sintomatico; non esiste a oggi una terapia efficace ma si interviene con un approccio multidisciplinare sui sintomi. Dal punto di vista della riabilitazione motoria e dell’impiego dell’esercizio fisico nei pazienti con SLA la letteratura è molto povera di studi; quelli che sono presenti infatti, hanno una durata limitata e coinvolgono un numero esiguo di pazienti. Obiettivi: lo scopo dello studio è quello di confrontare due approcci riabilitativi motori, uno standard e uno intensivo e il loro effettivo beneficio sulla sopravvivenza e qualità della vita nei pazienti con SLA. Materiali e metodi: lo studio è multicentrico e ha coinvolto i centri di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Sono stati reclutati in totale 65 pazienti con diagnosi di SLA possibile, probabile o definita secondo i criteri di El Escorial. 32 pazienti sono stati collocati nel gruppo di trattamento intensivo e 33 nel gruppo di trattamento standard. L’assegnazione a ciascuno dei due gruppi è avvenuta in modo randomizzato. I pazienti del gruppo di trattamento standard hanno effettuato due sedute settimanali di 45 minuti ciascuna. I pazienti del gruppo di trattamento intensivo invece hanno effettuato un trattamento che prevedeva un incremento dell’attività in termini di frequenza con cinque sedute settimanali della durata di 45 minuti ciascuna. I programmi proposti includevano attività di ordine aerobico, per l’endurance, per il rinforzo resistivo a basso carico (40% del 10 RM) e di stretching dei muscoli retratti. Risultati: non sono emerse differenze significative tra i due gruppi nella progressione della malattia misurata con le scale ALSFRS-R, nella sopravvivenza, nella funzionalità respiratoria e nella qualità della vita. Conclusione: lo studio ha provato che la neuroriabilitazione per i pazienti con SLA non richiede programmi di allenamento ad alta frequenza; sessioni di due volte alla settimana composte da una varietà di esercizi possono essere sufficienti per il beneficio del paziente senza causare eccessivo affaticamento o stress psicologico ai caregiver.
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